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JESI Dietro le quinte in attesa di “Notte per me luminosa”

Il Teatro Pergolesi rialza il sipario sabato 29 maggio e domenica 30, giovedì 27 anteprima giovani. Luca Butini: «Il pubblico sentirà di essere tornato a casa»

JESI, 21 maggio 2021 – Il Teatro Pergolesi riparte e inizia da dove si era interrotto con l’opera“Notte per me luminosa” del compositore Marco Betta, scene liriche da personaggi dell’Orlando Furioso. Soggetto e testo sono di Dario Oliveri, scritta nel 2016 su commissione della Fondazione Teatro Comunale di Modena, Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, Fondazione Teatri di Piacenza. Fondazione Pergolesi Spontini la propone in una nuova produzione e con un nuovo allestimento, costruito presso il laboratorio scenografico di Jesi.

Il sipario si alza sabato 29 maggio ore 19 e domenica 30 ore 16, anteprima giovani giovedì 27 ore 16. Una produzione sospesa lo scorso novembre a causa del Dpcm anti Covid che ne imponeva lo stop. Un’opera nata, così come le altre della Stagione lirica 2021, per essere calibrata in funzione epidemica. Non sono state apportate riduzioni.

notte per me luminosa manifesto

Sono queste settimane di prove intense, palpabile è la gioia di ritornare a lavorare con impegno e in piena sicurezza.

«I nostri operatori sono sottoposti a tampone ogni 72 ore – ha spiegato ieri Simona Marini, responsabile dell’ufficio stampa, al press tour dietro le quinte – In questo periodo sono andati avanti con i ristori e lavori on line ma non è la stessa cosa, sono stati mesi pieni di sacrifici»

Nel video Cristian Carrara, direttore artistico della Fondazione Pergolesi Spontini

A dirigere l’opera Marco Attura sul podio della Form, Orchestra filarmonica marchigiana. La regia e i costumi sono di Matteo Mazzoni, le scene di Ginevra Fusari e Alice Gentili allieve del corso di Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Macerata. Il light designer, responsabile della console luci, è Ludovico Gobbi. Il video designer Luca Attili che cura la parte visuale, ovvero le proiezioni che si potranno ammirare sullo sfondo insieme alla scenografia e alla parte registica. In scena tre cantanti lirici e un attore: cantano Giacomo Medici nel doppio ruolo di Orlando/Pastore, Aloisa Aisemberg quale Medoro/Astolfo e Margherita Hibel interprete di Angelica, la voce recitante è quella Michele Bandini nel ruolo di Ludovico Ariosto.

Sara Pitocco, sarta presso la Sartoria Teatrale del Teatro G.B. Pergolesi, alle prese con il processo di ‘invecchiamento’ delle tende di scena

I lavoratori dello spettacolo sono tanti e ognuno porta il proprio contributo alla creazione di un contenitore fatto di storie, di sentimenti e di relazioni davvero prezioso. Poiché proprio per il suo essere uno specchio del possibile, permette ogni volta di immergersi in un’esperienza dall’alto valore formativo e sociale.

Sarà un evento ad alto coefficiente tecnologico come sostiene il regista Matteo Mazzoni.

«Ci saranno tre videoproiettori in funzione durante la scena. Diversi livelli sui quali sovrapponiamo immagini per la creazione di un effetto 3D live. Finalmente possiamo tornare a parlare di colori e di scenografie, quando la vita sembrava solo mascherine e vaccini. Vivere la vita che abbiamo lasciato dopo un anno e mezzo, soprattutto rincontrare le persone con le quali hai un rapporto ventennale, è molto bello. Questo è uno spettacolo che parla di Ariosto che non ha fatto pace con i suoi personaggi e ancora pensa ad Angelica a Orlando e ad Astolfo. È quello che è successo a tutti noi: anche questa nostra creazione è rimasta sospesa. Per noi operatori culturali è stato difficile, ci siamo un po’ sentiti inutili»

matteo mazzoni
Matteo Mazzoni

Presente all’incontro anche l’assessore alla cultura Luca Butini.

«Le attività del Teatro così come quelle delle istituzioni culturali cittadine hanno continuato a lavorare anche trovando delle modalità di espressione molto significative, che non possono sostituire il rapporto che si crea fra artista e pubblico nella magia del teatro. Il pubblico si ritroverà con qualche limitazione geografica imposta dalle misure che ancora sono in atto ma non sentirà di aver perso qualcosa. Anzi, di averlo guadagnato. Quando si siederà nella sua poltrona sentirà di essere tornato a casa»

luca butini e lucia chiatti
Lucia Chiatti e Luca Butini

«Mi lascio coinvolgere dall’emozione che mi raggiunge tramite questa musica che sentiamo in sottofondo – commenta il direttore generale di Fondazione Pergolesi Spontini, Lucia Chiattiun’emozione che deriva anche dal vedere tanta gente al lavoro.Notte per me luminosa” non è un’opera ospitata ma realizzata in casa. Rivedo maestranze che mancavano da un po’: i tecnici, anche se in realtà hanno lavoro per altre produzioni, il fotografo, che fino a poco tempo fa non c’era e ora è tornato. Ritroveremo anche il personale di sala che quando l’attività non era in presenza purtroppo non ha potuto lavorare. Coralmente, tutti torniamo a rivivere il teatro»

Durante i mesi di chiusura forzata la produzione ha pensato di reinventarsi attraverso un nuovo strumento di fruizione: lo streaming.

Un espediente passeggero?

«C’è un dibattito in corso – risponde Simona Marini – chi fa Teatro ha sempre sentito che quello strumento era necessario per mantenere un contatto con il pubblico ma quando il pubblico ce l’hai, è qualcosa che non ha più valore. Si può provare qualcos’altro, modalità interattive o digitali per avvicinare un pubblico diverso ma riguardo all’opera tradizionale per le persone lo streaming rappresenta solo un palliativo».

Cora Ceccarelli

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