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Cronaca

JESI Emergenza coronavirus e locali pieni: non si fa così!

Tuona il vicesindaco: «Cosa non è chiaro? Che il virus SARS-CoV-2 si trasmette facilmente? Che di COVID-19 qualcuno muore? Che è meglio starsene a casa per un po’?»

JESI, 8 marzo 2020 – Attenzione e consapevolezza da parte di tutti, evitare atteggiamenti superficiali. Le indicazioni del Presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, sono chiare.

Le scuole non sono chiuse perché è vacanza, altrettanto i teatri, e le manifestazioni pubbliche sono state annullate per limitare i contagi.

Eppure ieri sera tantissime persone hanno gremito il centro storico della città di Jesi. La movida ha prodotto anche vomito, vetri rotti, danni vari. Chi abita in zona ha potuto prender sonno solo verso del 6 del mattino.

«Cosa non è chiaro? Che il virus SARS-CoV-2 si trasmette facilmente? Che di COVID-19 qualcuno muore? Che è meglio starsene a casa per un po’? Che, oggi, i 18 anni li potevi festeggiare anche senza dare una festa in un locale?» tuona il vice sindaco di Jesi, Luca Butini, medico di Immunologia Clinica all’Ospedale di Torrette.

Attraverso la sua pagina Fb esprime chiaramente il suo pensiero di fronte a una situazione, che pur nella sua gravità, è sembrato sfuggita al controllo.

Diversi i residenti del centro storico e non solo che hanno notato il solito via vai, nonostante gli inviti da più parti a non intraprendere comportamenti incoscienti.

«Non accetto la superficialità di chi, irresponsabile, fa spallucce pensando che la cosa non lo riguardi – prosegue il vice sindaco – Rinunciare oggi a qualche evento, aperitivo, cena, convegno, viaggio… per poter dire domani “ne è valsa la pena, stiamo tutti bene, ora possiamo ricominciare”. Questo sacrificio, perché di sacrificio si tratta, viste le implicazioni in termini di disagi organizzativi ed economici per le famiglie e anche per la sospensione delle attività educative che in qualche modo andranno recuperate, un’opportunità educativa la offre».

«Far capire ai vostri figli adolescenti l’importanza di alcune rinunce individuali a beneficio della collettività. Se non si va a scuola per evitare l’assembramento è importante non compromettere il risultato assembrandosi in altri modi. Spiegate la differenza fra una vacanza e quello che sta accadendo ora».

«Altrimenti questa misura costerà molto ma servirà a poco».  

E la consigliera azzurra, Silvia Gregori: «Questi/e sono i furbetti del quartierino, quelli del… tanto a noi non ce ne frega nulla, al massimo stiamo a casa 15 giorni a giocare con la Play ecc.. Ecco questi sono i concittadini in cui non mi riconosco, quelli che si sentono più furbi degli altri! Quelli che pensano di essere immuni a tutto e che fondamentalmente se ne fregano di tutti, per loro un’emergenza sociale è una grossa macchinazione complottistica! E poi a Jesi che vòi che succede!!».

Non bisogna rinunciare a vivere ma farlo in modo intelligente di fronte all’emergenza sanitaria è il minimo che possiamo fare tutti.

(e.d.)

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