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JESI “JESIGENIALE” AFFASCINA IL PUBBLICO DEL TEATRO PERGOLESI, APPLAUSI A OLIVIERI E AGLI AUTORI DEL DOCUMENTARIO STORICO SULLA NOSTRA CITTA’

JESI, 7 giugno 2016 –  Un grande, lungo, caloroso, applauso. Il teatro Pergolesi, pieno in ogni ordine di posti, ha tributato il suo apprezzamento alla proiezione del documentario JesiGèniale, che ha ripercorso alcuni anni, dal 1910, coniugati attraverso la pellicola prima e il digitale poi, della nostra Jesi.

E lui, l’autore di quei filmati, Geniale Olivieri, filmati ormai divenuti bene prezioso perché unica e originale memoria storica, si è soffermato con tutti quelli che, alla fine, gli si sono stretti intorno. Ed erano tanti, veramente tanti. Come molti sono stati quelli che non hanno trovato posto all’interno del teatro per assistere alla proiezione.

Il progetto porta la firma di Carla Saveri e Maurizio Paradisi, splendidi autori, che non si sono risparmiati, tra non poche difficoltà, consegnandoci un bene che va custodito tra le cose belle che sono patrimonio della jesinità.

gen3Anche a loro l’applauso convinto di platea, palchi e loggione, loro che ci tenevano tanto, dopo sei mesi di fatiche, a consegnare alla città un’opera che descrivesse non soltanto alcune tappe della nostra storia ma anche la passione, l’amore, per la documentazione filmata di Geniale Olivieri.

Non si poteva metter tutto e i due autori hanno scelto dall’archivio dell’88enne jesino passi significativi per riconsegnarci momenti, volti, personaggi, mestieri, situazioni, immagini, di una città che è quello che è per quello che è stata.

Un’ora, volata via in fretta, che ha visto scorrere sullo schermo un Geniale, moderno aedo, il quale racconta nell’intercalare di filmati sottratti alla polvere del tempo.

E così scorrono sullo schermo immagini, le più antiche, del 1910 – filmato conservato da Geniale dopo esserne venuto in possesso, lui inizierà a riprendere nel 1954  – che raccontano dell’inaugurazione del monumento a Pergolesi, nell’omonima piazzetta, a ridosso di corso Matteotti.

Geniale Olivieri racconta nel corso del documentario

Geniale Olivieri racconta nel corso del documentario

Successivamente – così come per la statua di Federico II – non tutti furono d’accordo sulla sistemazione dell’opera là dove era stata collocata ma costava troppo spostarla, «90 mila lire», e lì rimase anche se qualcuno suggerì, per fare più spazio, di abbattere – rammenta Olivieri – quella che è la più antica chiesa della città, San Nicolò.

La statua di Pergolesi, ha poi affermato il sindaco Bacci, intervenuto alla serata, sarà comunque ricollocata nel rifacimento che avverrà per il corso e per la piazzetta. Senza abbattere niente.

Altre scene di grande vita, con le visite del presidente del consiglio Aldo Moro, quella del presidente della repubblica, Sandro Pertini, la passeggiata per le vie del centro del principe, erede al trono, Carlo d’Inghilterra, dopo una capatina alla pinacoteca di palazzo Pianetti.

Poi la piccola vita, quella di tutti i giorni, non meno significativa e importante, come la cena a base di polenta in una famiglia degli anni ’50, la neve caduta su viale Cavallotti con il commento di Giuseppe Luconi, il lavoro prezioso degli orefici della scuola jesina e quello dei cordai, gli scioperi degli anni ’70, la festa dei fiori con la sfilata dei carri e i carnevali del quartiere Prato.

Uno sguardo in alto, verso i due proiettori sistemati all'interno di un palco

Uno sguardo in alto, verso i due proiettori sistemati all’interno di un palco

Ma anche il classico struscio per il corso negli anni Venti e l’inaugurazione, anni ’60, del monumento ai caduti all’entrata dei giardini pubblici. Con l’apparizione di alcuni sindaci, Borioni, Cascia, Fava, Massaccesi.

La serata è poi proseguita con interventi introdotti e coordinati da Giovanni Filosa, per i quali sono saliti sul palco del teatro, tra gli altri, il Sindaco, gli assessori Luca Butini e Ugo Coltorti, gli autori e, naturalmente, Geniale Olivieri.

Quello che resta è lo scorrere di un documentario il quale ha saputo appassionare perché ci ha riproposto – e ci ha ricordato – un passato che è ancora nostro.

Quel passato che sempre deve sospingere ad andare avanti, serbandolo come bene prezioso nella mente e nel cuore.

(p.n.)

 

 

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