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Cronaca

JESI L’AFFRESCO DI SAN NICOLÒ: UN AFFASCINANTE MISTERO DI QUASI MILLE ANNI FA

L'affresco restaurato

L’affresco restaurato

JESI, 27 novembre 2016 – La chiesa di San Nicolò era piena. D’altronde il tema dell’incontro, l’affresco ritrovato e restaurato, organizzato dall’Associazione Templari Cattolici d’Italia – Commanderia ex Val d’Esino – che la custodisce e la presidia, era molto interessante e già aveva suscitato enorme interesse.

L’affresco 191×210 cm situato a 5 metri di altezza nella navata centrale, è una psicostasia, rappresenta due santi tra i quali San Michele Arcangelo con una bilancia – o stadera –  per pesare le anime, due figure femminili e un demonio nero.

Il presidio dei Templari a San Nicolò durante la conferenza

Il presidio dei Templari a San Nicolò durante la conferenza

La notizia ufficiale, come si ricorderà, a Ferragosto poi, da quella volta, intorno all’affresco è fiorita la curiosità in merito alla datazione e a chi ne fosse l’artefice, dopo il restauro, ad opera della professoressa Francesca Pappagallo – che ne ha illustrato tutti i passaggi importanti – docente e coordinatrice dell’Istituto di restauro delle Marche dell’Accademia di Belle Arti di Macerata.

“Un’opera completa – ha detto, tra l’altro –  non una parte. Abbiamo iniziato sulle impalcature a luglio. Era lì, ma non si vedeva nulla e la pulitura è avvenuta in due fasi distinte. Le spicconature che si vedono, intorno alla figura del demonio a opera di un antico muratore, non sono state rimosse proprio per evitare un intervento pesante al restauro stesso”.

Il priore padre Giulio Pase

Il priore padre Giulio Pase

E nell’incontro di ieri, 26 novembre, nel sacro edificio che custodisce notevole parte della storia cittadina, la professoressa Loretta Fabrizi, docente di storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Macerata, un indirizzo l’ha dato alle domande che ci si è posti. Lasciando, però, aperta la porta a suggestive ipotesi. Lei che quest’opera ha comunque decifrato facendone anche comprendere il valore.

Intanto la datazione: impossibile dare certezze ma probabilmente tra XII e XIII secolo. L’autore: e qui si entra nel campo che ingloba tutto l’iter storico-architettonico della chiesa “luogo affascinante e ricco di mistero“, con impianto romanico, soprattutto all’esterno, sul quale si sono innestati gli elementi gotici.

Analizzando l’affresco, le figure che lo compongono, soprattutto l’arcangelo psicopompo (che accompagna le anime dei morti nell’oltretomba) “l’anonimo maestro si muove su una costruzione lineare tipica del nostro territorio, con un segno morbido e un San Michele quasi fotografato. Trovo nel tutto un che di cortese, di aristocratico – ha affermato la professoressa Fabrizi – , ci sono ricercatezza, raffinatezza. Le scarpette eleganti di San Michele, la sua postura da spadaccino con quel suo gesto disinvolto. Le figure non sono in relazione tra di loro, sono isolate, ma morbide e con panneggi dinamici.  E questo porta a un artista d’Oltralpe“.

Duilio Ricci

Duilio Ricci

Ma c’è un altro elemento che potrebbe deviare più a est la terra di provenienza del maestro perché “il nome che vi si legge, Mikael, è scritto in gotico tedesco“.

Quello che rimane, comunque “è questa splendida chiesa luogo d’incontro anche di tante culture”. Cattedrale sino al XIII secolo e che fu riaperta al pubblico nel lontano 1977 ad opera di Alvise Cherubini, appassionato e competente storico di arte medievale. E all’incontro non sono mancati la moglie Flora e i figli.

I saluti iniziali erano stati portati dal padre carmelitano Giulio Pase, priore del santuario di Santa Maria delle Grazie, dal quale la chiesa dipende, e da Duilio Ricci, dell’Associazione templare, che tanto si è speso perché il restauro andasse in porto. Come è avvenuto.

Un traguardo raggiunto ma “non abbiamo finito perché – ha detto – ci sono altri affreschi, all’altezza dell’abside, che devono ritornare a vedere la luce”.

Quindi, il desiderio di “riportare in vita questa chiesa: è il compito che noi Templari ci siamo assunti. Sabato 10 dicembre prossimo, alle ore 19.00, qui torneremo a celebrare la messa. Stavolta anche in ricordo del dottor Cherubini”.

([email protected])

 

 

 

 

 

 

 

 

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