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JESI LEGA: «VIGILARE SULLA PROCEDURA DI AFFIDO DEI MINORI»

«Anche nel nostro territorio si sono verificati casi discutibili»

JESI, 7 agosto 2019 – Il sit-in della Lega svoltosi in Ancona davanti al Tribunale dei Minori il primo di agosto punta l’indice su una questione delicatissima: la procedura di affido dei minori che, in alcuni casi, definire arbitraria è un eufemismo. Anche nel nostro territorio si sono verificati episodi molto discutibili circa gli affidi, di fatto imposti dagli assistenti sociali.
Fra le storie assurde ascoltate in occasione del sit-in, anche quella di un bambino tolto alla mamma tossicodipendente che non è stato affidato alla nonna perché, secondo l’assistente sociale «se non era stata in grado di educare bene la figlia, come avrebbe potuto educare il nipote?».
A nostro avviso una tesi allucinante e pretestuosa, che riduce il problema della droga a un semplice fatto educativo familiare, per cui la famiglia vittima del dramma della droga diventa addirittura essa responsabile, e non invece il sistema di leggi che tollera e spesso lascia impuniti i delinquenti che spacciano e che offrono droga perfino ai fanciulli delle scuole elementari; non quella linea cultural-politica che vorrebbe le droghe libere; non quella società civile spesso assente che abbandona i ragazzi tossicodipendenti e le loro famiglie al proprio destino.
Il coordinamento della Lega di Jesi, recependo il documento redatto dalla propria Direzione Nazionale e inviandolo al Sindaco della città, gli chiede di impegnarsi seriamente e vigilare. Vorremmo sapere, da cittadini ancor prima che da militanti politici, quante e di che tipo siano le strutture affidatarie nel nostro territorio, come si accerti l’idoneità degli operatori, nonché quali sono i costi per ogni bambino ospitato e la permanenza media di ognuno di essi.
Ma soprattutto ci chiediamo, per i casi di affido decisi in conseguenza della povertà familiare, perché i soldi spesi per ogni singolo bambino, anziché darli a una struttura, non vengano destinati al sostegno diretto delle famiglie di origine affinchè il bambino resti, se non con mamma e papà, almeno con i nonni o zii e cioè nel suo ambito familiare.
Possibile che non si possa evitare al bambino un trauma così forte, che rischia altamente di non superare mai?
Coordinamento Lega Jesi
Salvini Premier
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