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JESI Paesaggio e architettura: le colline marchigiane in mostra

A Palazzo Bisaccioni fino all’8 gennaio, ingresso gratuito

JESI, 4 gennaio 2020 Attraversamenti” è una mostra fotografica che, tramite lo sguardo di quattro fotografi e di una regista, descrive Casa di Confine, un progetto dello studio Simone Subissati Architects realizzato come sistema ambientale nella campagna di Polverigi.

Palazzo Bisaccioni, sede della Carisj (foto in primo piano), ospita in questi giorni un altro appuntamento culturale di rilievo con la mostra visitabile a ingresso gratuito fino al prossimo 8 gennaio.

Una residenza privata ecosostenibile, pensata secondo le antiche regole della bioclimatica passiva, fa della relazione con il territorio il principale tema progettuale, inserendosi nel paesaggio dove non è più città ma non è ancora aperta campagna.

Un progetto che diventa, sia concettualmente che nella sua realizzazione, un ecotono, in grado di svolgere un ruolo di transizione tra spazio abitativo e spazio produttivo e agricolo.

I quattro fotografi sono stati chiamati a interpretare secondo la propria sensibilità Casa di Confine restituendo ritratti che ne evidenziano le molteplici facce.

Le immagini in bianco e nero di Paolo Semprucci evidenziano la geometria del progetto con la sua partitura di pieni e vuoti.

L’architettura recupera l’ortografia essenziale della casa rurale marchigiana evitando un approccio vernacolare. Della tradizione della casa rurale l’edificio prende in prestito la compattezza e lo sviluppo longitudinale del corpo di fabbrica con gli spazi abitativi in linea.

Un approccio progettuale che utilizza parti elementari assemblate come si trattasse di un kit di una scatola di montaggio.

Rossano Ronci ha lavorato sull’architettura con inquadrature frontali che evidenziano la schiettezza del disegno e la ricerca di un segno misurato sia negli ambienti interni sia all’esterno.

Uno spazio leggero, flessibile, come preesistente e di cui all’improvviso ci si può riappropriare, senza orpelli e senza lusso come negli edifici casa-lavoro della tradizione contadina.

Il lusso è sostituito dalla qualità sensoriale che il progetto e le modalità di fruizione degli spazi generano. Emerge un edificio dall’aspetto scarsamente tecnologico, la sua scarnificata levità rimanda a uno stile di vita nomadico, transitorio, che sembra essere pronto a spostarsi da un momento all’altro, con il blocco in tessuto microforato agganciato come un piccolo rimorchio.

Le foto di Alessandro Magi Galluzzi ritraggono la casa immersa nel panorama marchigiano raccontandone la vita, la vegetazione tocca il perimetro dell’edificio annullando i limiti con i campi coltivati.

Lo spazio creato abbraccia l’esterno permettendogli di entrare e agli abitanti di fruire con semplicità e naturalezza dello stesso.

Un’ideale linea di energia, un “asse cosmico”, di cui ci si può nutrire, passa, attraversa la casa in maniera filtrata, da sud-ovest a nord-est, dai monti Sibillini al Mare Adriatico.

Lo spazio e la luce sono protagonisti nelle fotografie di Roberto Piccinni che si soffermano sugli interni e gli arredi
realizzati su disegno dallo studio Simone Subissati Architects.

Completano la mostra anche alcune foto scattate da Subissati.

È inoltre presente in mostra lo short film “Rustico” realizzato dalla regista Federica Biondi.

Girato durante un giorno di trebbiatura, è un racconto per immagini che indaga lo spazio costruito al pari di quello naturale, attraverso i movimenti e le azioni dell’abitante della casa, interpretato da Pietro Conversano.

Alternando riprese aeree, carrellate, a primi piani e dettagli, il cortometraggio, accompagnato dalle musiche di Giardini di Mirò, racconta con delicatezza e con occhio architettonico, ponendo però anche domande fondanti su ciò che è necessario per la vita dell’uomo.

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