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Cronaca

JESI Politiche sociali: testimonianze al bocciodromo

In occasione dell’iniziativa, organizzata da Jesi in Comune, è stata portata a conoscenza anche la presenza di ratti nell’area circostante la casa di riposo

JESI, 2 novembre 2021 – Interessante incontro quello di sabato scorso al bocciodromo di via Ugo La Malfa promosso da Jesi in Comune sul tema Le politiche sociali e l’Asp9.

Diversi gli interventi a vario titolo tra operatori, familiari di persone fragili e amministratori.

Fabio Ragaini

«I precedenti incontri hanno avuto al centro del dibattito le politiche urbanistiche e culturali – ha spiegato Samuele Animali (capogruppo di Jesi in Comune) – e ci siamo concentrati sulla questione dell’ex ospedale di Viale della Vittoria e della chiusura della Fondazione Colocci. Stavolta invece parliamo di politiche sociali, sottolineando che non è un incontro da campagna elettorale né una campagna di ascolto, ma uno stare insieme per pensare e costruire politiche corali al fine di soddisfare i bisogni e le necessità dei cittadini, questo è l’orizzonte». 

Gioia Santarelli

Poi la parola è passata a Franca madre di un disabile di 40 anni che ha raccontato la sua esperienza.

«Fin dalla nascita – ha ricordato – mio figlio è stato seguito dai servizi, a scuola aveva l’insegnante di sostegno, poi a casa gli educatori che lo aiutavano, poi però al compimento del diciottesimo anno di età con la fine degli studi siamo stati lasciati soli. Mio figlio voleva lavorare così io sono riuscita a farlo inserire in una ditta per uno stage formativo. Nel tempo è venuta fuori in lui la necessità di andare a vivere da solo così confrontandomi con l’Asp e varie realtà presenti soprattutto nel nord Italia, siamo riusciti a creare tre gruppi appartamento dove mio figlio vive quattro giorni a settimana. Da tempo poi è stato assunto in ditta a tempo indeterminato e ora anche lui dà il proprio contributo alla società. Con questo voglio dire che se le istituzioni si avvicinano alle famiglie e ascoltano i loro bisogni si può costruire qualcosa di bello». 


L’intervento di Fabio Ragaini del Gruppo Solidarietà, Grusol, di Moie, che ha parlato delle politiche sociali in Regione puntando l’attenzione sulla sinergia che si può e si deve creare tra territorio ed enti e sull’importanza delle piccole realtà cittadine che messe insieme, ognuna con i propri bisogni e necessità, possono diventare una forza propulsiva al cambiamento. Ragaini ha parlato poi di servizi di territorialità, di una nuova concezione di cittadinanza e di una ampia logica di rete di servizi.

«Abilità delle singole Amministrazioni, bisogna quindi dar voce ai nuovi bisogni con nuove politiche». 


È toccato poi a Daniele, papà di Federico un ragazzo autistico di 15 anni che con grande entusiasmo ha imparato ad andare in bicicletta e vivendo a Monsano, ha raccontato, riescono a raggiungere la zona Zipa molto facilmente e in sicurezza ma auspica nuovi investimenti per piste ciclabili sempre più accessibili per permettere ai disabili di poter girare liberamente per la città. 


«L‘Asp è uno strumento in mano alle Amministrazioni – ha sottolineato l’assessora di Castelbellino Gioia Santarelli – che dà, soprattutto ai Comuni più piccoli, la possibilità di soddisfare bisogni che diversamente non avrebbero risposta ma la responsabilità politica delle scelte, nel bene e nel male, rimane e deve rimanere in capo all’amministratore pubblico che decide, in base alla propria visione, le politiche sociali».

 
Ha chiuso gli interventi un rappresentante del comitato Casa di Riposo Vittorio Emanuele II di Jesi che ha raccontato alcune problematiche che si trovano a vivere i degenti.

«Poche Oss per molti pazienti». Il rappresentante ha anche messo al centro dell’attenzione il problema di una colonia di gatti presente al ricovero ma anche la presenza di numerose famiglie di ratti nell’area circostante

Cristina Amici degli Elci

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