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Cronaca

JESI IL PRIMO MAGGIO DEL CENTRO STUDI LIBERTARI “L. FABBRI”

JESI, 1 maggio 2017 – Un Primo Maggio di socialità, contro chi usa armi di distrazione di massa per distogliere l’attenzione dai problemi quotidiani che affliggono gli sfruttati di tutto il mondo: equità, diritti, lavoro.

Al Centro Studi Libertari si è anche fatto una disamina sulla città di Jesi “come spaccato di un paese che vive un limbo economico in cui il ceto medio cerca di puntellare i propri averi scendendo in politica e a volte in piazza, animato più dalla paura e dalla xenofobia che da altro, è ben lontano dall’essere capace di equità e sensibilità verso gli oppressi, i diversi, sempre più verso la concorrenza sul lavoro, l’esclusivismo e l’indifferenza verso chi vive le medesime condizioni. Un potente anestetico che paralizza la lotta di classe e incanala le insofferenze verso un nemico astratto e lontano facendo perdere di vista i problemi reali della vita quotidiana”.

Servizi minimi “a causa della progressiva destrutturazione di tutti i settori assistenziali in favore del profitto delle aziende private, a discapito di chi fa la fila al Pronto Soccorso, o chi lavora il doppio per mancanza di assunzioni – a metà stipendio si intende – con un continuo scarica barile fra città, regione e governo centrale su chi è responsabile di tagli di ogni tipo. Di fronte a questo la sinistra istituzionale, cerca di opporsi, ma in realtà non è in grado di mettere in discussione la struttura sfruttatrice, e alla fine ogni campagna si risolve con il rito dell’ennesima richiesta di consenso elettorale, noncurante dell’inesistenza del tessuto sociale a cui si rivolge, anche perché Noi sfruttati, delle urne elettorali, non sappiamo che farcene. Solo con la solidarietà quotidiana tra chi è ultimo, possiamo rimanere a galla tutti, dare voce a speranze e rivendicazioni, ricostruire e sperare in una società più giusta”.

(foto dal post Centri Studi Libertari “L. Fabbri”)

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