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Cronaca

JESI PRONTO SOCCORSO, ECCO COSA ACCADE NELL’OSPEDALE MODELLO: “PAZIENTI CON BICCHIERI DI URINA IN MANO COME AD UN HAPPY HOUR”

JESI, 31 luglio 2015 – Attese infinite e racconti che hanno dell’incredibile. Ma sono testimonianze di persone che loro malgrado si sono dovute presentare all’Ospedale Modello; episodi che danno un quadro su come al Pronto Soccorso non possono bastare gli sforzi e l’energia che il personale mette nel lavoro quando poi tutto ciò non è accompagnato da precise scelte aziendali.
Quelle cinque ore di attesa che ha fatto Massimiliano Lucaboni, portavoce di Forza Italia, per avere il responso di due lastre, hanno innescato una serie di episodi che sono emersi dai racconti della gente. Questo è di una signora di Cupra Montana. Era giunta al “Carlo Urbani” in seguito ad un incidente: “Vi voglio raccontare una giornata al pronto soccorso di Jesi. O meglio le dodici ore trascorse il 28 luglio dalle 14 alle 2 e 30 di mattina. Premetto che tutta la mia solidarietà va a tutto il personale sia del pronto soccorso che ai numerosi volontari delle tante ambulanze della Vallesina che sono giunte in continuazione salvando, nel vero senso della parola, la pelle a noi cittadini che molte volte, se non sempre, diamo per scontato ma sono angeli che senza chiedere nulla in cambio spendono il loro tempo libero aiutando il prossimo”.
Ma nonostante gli sforzi del personale e il lavoro dei volontari, le carenze saltano agli occhi dei pazienti. “Comunque, tornando a ieri, – aggiunge E.F.Z.- non vi voglio raccontare il mio calvario essendo reduce da un incidente automobilistico ma quello che ho notato. Ho visto dare ai pazienti in sala d’attesa bicchieri in plastica dove fare pipi per le analisi,(le provette? finite?) la povera gente costretta ad uscire dal bagno con il bicchiere in mano come fosse un happy hour. Ghiaccio del frigo messo nei sacchetti trasparenti e legato con un nodo da porre sulle slogature e fratture (il ghiaccio sintetico terminato?). Il personale del pronto soccorso discutere per un paio di guanti sterili. Insomma, potrei continuare per altre 12 ore il tempo che ho trascorso in attesa di una lastra, ma la cosa che mi dà più fastidio è che proprio ieri hanno annunciato un nuovo taglio di diversi milioni di euro alla sanità. Questi parassiti ci stanno uccidendo pian piano è come quando metti un’aragosta a bollire gli scaldi l’acqua finché non è cotta”.
La diagnosi del radiologo relativa a quella lastra, eseguita dopo oltre 12 ore di attesa, tanto per la cronaca, è stata consegnata alle 10 di mattina del 29 luglio. Certo, davvero folle solo a raccontarlo.

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