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Cronaca

JESI SCIOPERI E CARENZE, VERTICI SANITARI SOTTO ACCUSA E ARRIVA L’ATTACCO DELLA FIALS: «AL ‘CARLO URBANI’ NON C’E’ MAI FINE AL PEGGIO»

Maurizio Bevilacqua

Maurizio Bevilacqua

JESI, 8 dicembre 2016 – “Non c’è mai fine al peggio al Carlo Urbani di Jesi?!” A trarre questa amara conclusione non sono solo i cittadini costretti loro malgrado a confrontarsi con una sanità che fa acqua da tutte le parti, salvo nel personale dove operano alcune eccellenze, ma anche gli stessi operatori che quotidianamente hanno il polso della situazione. In attesa dell’incontro previsto per il prossimo 14 dicembre, quando il responsabile della sanità cittadina, quelli dell’Asur e del Tribunale per i diritti del Malato descriveranno “L’ospedale che vogliamo”, la segreteria provinciale della Fials infila nuovamente il coltello nella piaga denunciando ulteriori situazioni di disagio per l’intero mondo della sanità.

Tutto parte da una costatazione fatta sul posto lunedì scorso (5 dicembre): “Al mattino – sostiene la Fials – un totale di 15/18 pazienti barellati ed altri 4 in carrozzina con problemi di sistemazione nei corridoi (del pronto soccorso ndr), la maggior parte anziani, oltre a 25/30 persone in attesa di accertamenti e alcuni stanchi dell’attesa che sarebbero tornati il giorno dopo per accertamenti post traumatici dovuti ad incidenti stradali”.

Situazione peggiore di notte, quando ad assicurare l’emergenza è un solo medico e quando, per disposizioni superiori, “dalle ore 20 alle 8” i feriti o malati non possono non possono essere trasferiti. Un divieto dettato ancora una volta dalla “mancanza di personale medico addetto alla guardia interna”.

Nella foto, da sinistra, il direttore generale Asur Marche, Alessandro Marini, e il Governatore Luca Ceriscioli

Nella foto, da sinistra, il direttore generale Asur Marche, Alessandro Marini, e il Governatore Luca Ceriscioli

Quanto sopra è solo uno degli aspetti che caratterizzano negativamente la sanità dell’area della Vallesina, quello maggiormente sentito dai cittadini, ma le negatività sono anche altre e toccano direttamente i diritti dei lavoratori. “Causa il mancato pagamento delle ore di straordinario per l’assistenza notturna dei tecnici addetti all’ascensore – denuncia ancora il sindacato – in caso di blocco, questi si sono rifiutati di proseguire nella prestazione notturna per cui dal 1° dicembre, nei giorni festivi e in orario notturno (dalle 19,00 alle 0re 7) e dalle ore 13 del sabato fino alle 7 del lunedì successivo e fino a che tale servizio venga ripristinato con ditte esterne o altra soluzione si è disposto per i pazienti in condizioni critiche che debbono essere trasportati in ascensore debbono essere accompagnati dal personale medico dotato di telefono cellulare che in caso di blocco dell’ascensore, non potendo aspettare il personale reperibile per lo sblocco dell’impianto per lo sblocco, chieda l’intervento immediato dei vigili del fuoco direttamente o per tramite della portineria”.

Che dire, non ci sono parole. Come non si sa cosa pensare nel caso si presentasse una evenienza come quella descritta dalla Fials quando ipotizza che “per sopperire alle necessità del reparto di Ostetricia, qualora la donna abbia la necessità di essere trasportata dal V Livello (stanze di degenza ndr) alla sala operatoria (1° livello ndr) per un cesareo urgente o per una emorragia o che arrivi al pronto soccorso ostetrico da trasportare alla sala parto, situata al primo livello (e la cosa – leggiamo nella nota – succede di frequente) debbono fare le scale con una spinale (barella?) fornita dal pronto soccorso o prendere l’ascensore a rischio e pericolo”.

Credete che siano solo queste le pecche del “Carlo Urbani” e di chi dovrebbe gestirlo con raziocinio? No signori. “E’ stata data disposizione verbale al personale O.S.S. del pronto soccorso, chirurgia, ortopedia – scrive la Fials – che qualora il pronto soccorso ginecologico abbia problemi di trasporto verso la sala operatoria o in caso di blocco dell’ascensore di adibire alle necessità mediante trasporto manuale?!”. Ennesima assurdità che potrebbe portare come conseguenza anche la responsabilità penale.

L’ultima “chicca” riguarda il trattamento economico del personale che dal mese di dicembre prevede il pagamento dello straordinario o del lavoro in giornata festiva infrasettimanale “solo nel caso in cui i lavoratori abbiano assolto il debito orario mensile e il pagamento delle stesse ore non produca debito orario. Oltre a ciò – conclude la nota Fials – si è deciso di non pagare, per problemi di bilancio, gli straordinari e la reperibilità regolarmente autorizzate per far fronte a situazioni di emergenza”. Forse sarebbe proprio il caso che i vertici della sanità regionale e la politica dopo le recenti prese di posizione della Cgil ed ora della Fials sulla situazione del “Carlo Urbani” si confrontino con le parti sociali per dare una risposta alla popolazione e agli stessi operatori della sanità.

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