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JESI SILVIA GREGORI: «IL BRAND MIGLIORE? SISTEMARE STRADE E MARCIAPIEDI»

La consigliera comunale del Gruppo Misto: «Passata la vetrina del Festival siamo tornati a confrontarci con i problemi irrisolti di sempre e altri ne sono sopraggiunti»

JESI, 4 aprile 2019 – Ho osservato con grande attenzione prima di esprimere giudizi, la quarta edizione del Brand Festival che a detta di chi lo ha fortemente voluto sarebbe dovuta servire a collocare la nostra città nell’ombelico del mondo della comunicazione.
Per fare ciò, mercoledì mattina insieme a pochi altri consiglieri sono stata presente al saggio sulla comunicazione tenuto dal guru in questo campo, Giovanni Sasso (foto in primo piano), noto e famoso comunicatore che ha creato diverse campagne elettorali per noti personaggi della politica.
Volevo riuscire a capire, dopo essermi interrogata diverse volte, cosa c’entrasse a Jesi questo Festival e quale apporto avrebbe e aveva dato, dopo la terza edizione, alla nostra città. Dato che dopo tre stagioni non si sono colti risultati evidenti su nulla. E soprattutto volevo cogliere l’essenza e il costo di questa indagine comunicativa in grado di cambiare le sorti dei suoi partecipanti e della nostra città.
Così ho approfittato dell’occasione per conoscere Giovanni Sasso specialist tra gli spin doctor della comunicazione, persona piacevole, garbata nei modi che grazie all’apporto di slide ha voluto farci comprendere il significato e la portata della parola “cambiamento” in ambito politico.
Un’attenta analisi ma che, in realtà, a chi fa politica non dovrebbe arrivare come qualcosa di nuovo ma di assodato. Lo stesso Bauman nei suoi libri ci illustra come questa parola possa  essere magistralmente adoperata per produrre consensi elettorali.
Curioso anche notare come gli stessi addetti alla comunicazione si siano, a loro volta, brandizzati adottando tutti lo stesso look. Che ricorda il periodo degli illuministi, i quali erano soliti indossare lo stesso cappello e sfoggiare lo stesso tipo di barba per riconoscersi tra loro.
Ma la questione che mi preme è ben diversa, di questo know how la nostra città come ne ha beneficiato? Passata la vetrina per gli addetti al settore e l’interesse intorno alla kermesse, siamo tornati a confrontarci con i problemi irrisolti di sempre oltre a quelli che sono sopraggiunti.
E allora mi chiedo, ma il famoso slogan: Non vendo sogni, ma solide realtà supportato da grosse opere sul decoro, la sicurezza, il riassetto di strade e marciapiedi che rischiano di inghiottire i cittadini, non sarebbe stato di gran lunga il Brand Migliore?
Altrimenti rischiamo di cadere in quello che in giurisprudenza è noto come fumus boni iuris sulla questione dell’ appellativo di Città Regia che a buon vedere, mal si colloca in una città che lascia molto a desiderare riguardo al proprio aspetto.
Dobbiamo ritornare a fare meno disquisizioni, se pur piacevoli, e cercare di realizzare più fatti concreti smettendola di mettere bandierine su proposte di legge del Parlamento o questioni di attualità generale.
Una città sicura e pulita, con un verde curato, fatta di strade e marciapiedi senza voragini, una segnaletica in bella vista e servizi di accoglienza primari e basilari per residenti e turisti.
Questo è un Brand invincibile e difficilmente arrivabile.
 
Silvia Gregori
Consigliere comunale Gruppo Misto

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