Segui QdM Notizie
;

Cronaca

JESI SUMMIT IN COMUNE PER L’ENOTECA REGIONALE: IL PORTONE RESTA CHIUSO EPPURE C’È LA FILA

La targa esterna che ricorda l'enoteca regionale è sempre al suo posto...

La targa esterna che ricorda l’enoteca regionale è sempre al suo posto…

...come pure la segnaletica cittadina che indirizza verso quel tempio di Bacco

…come pure la segnaletica cittadina che indirizza verso quel tempio di Bacco

JESI, 22 ottobre 2015 – Once upon a time… l’enoteca regionale di Jesi a palazzo Balleani. Splendida cornice quattrocentesca per una sede che, assieme a quella di Offida (però operante), custodiva i tesori vitivinicoli marchigiani, ospitando anche l’Italcook. Che fine ha fatto? Chiusa, ormai da diversi mesi. Proviamo a ripercorrere le ultime tappe, allora.

Chiusa, dicevamo, ma «per farla salire di livello, potenziarla, ampliarla a tutti i marchi di qualità dell’enogastronomia marchigiana» si disse, in pompa magna, lo scorso gennaio, il 28, in sede di presentazione del Food Brand Marche, in Regione. Un’altra opportunità per l’immagine non solo di Jesi ma di tutta la Vallesina. Quindi, da non brutto anatroccolo, ma anatroccolo, a splendido cigno, nella veste di sede istituzionale del nuovo polo di promozione, nel mondo, per prodotti che costituiscono l’eccellenza della nostra terra. Coniugati, ovviamente, anche con le realtà produttive, i consorzi, la cultura, il terroir Marche, il turismo. La gestione è affidata all’Istituto marchigiano di enogastronomia, soci l’Istituto marchigiano tutela vini (Imt), al 95%, e il comune di Jesi, con il 5%. I soggetti aderenti sono 13 vale a dire 8 consorzi e 5 tra imprese, enti, associazioni, organizzazioni, per un giro d’affari di 440 milioni di euro.

Vino, carni, cereali e pasta, tartufo, olive ascolane, casciotta e altri prodotti tipici lattiero caseari, 30 eccellenze presenti con marchi doc o docg, produzioni bio, dop, igp, qm, presidi Slow Food. Un paradiso per buongustai raffinati, per gourmet.

Nell’ufficio turismo in piazza della Repubblica, sul festone pubblicitario, l’enoteca viene ancora menzionata

Nell’ufficio turismo in piazza della Repubblica, sul festone pubblicitario, l’enoteca viene ancora menzionata

E qualcuno, a Jesi per diletto, all'enoteca regionale continua ad andarci. Salvo trovarsi, poi, di fronte al… niente

E qualcuno, a Jesi per diletto, all’enoteca regionale continua ad andarci. Salvo trovarsi, poi, di fronte al… niente

Un unico brand per percorsi tematici, degustazioni, eventi e corsi di cucina, spazi olografici e tridimensionali, video, touch screen, centro polifunzionale ed ipertecnologico. Prima iniziativa del genere in Italia, fruibile sette giorni su sette – dicevano – a partire da maggio scorso (sempre 2015). E con il fior fiore degli ambasciatori, gli chef stellati Moreno Cedroni e Mauro Uliassi.

Strada facendo, però, sono incorsi problemi tecnici. Sì, perché palazzo Balleani, tra l’altro, è sotto l’egida della soprintendenza ai beni artistici e se si tocca anche un solo mattone, bisogna farlo con i giusti criteri. Si è fatto in tempo a smobilitare il vecchio ma non c’è ancora sentore di nuovo. Altro che a maggio tutto pronto. Però si va avanti, perché la sede del brand è prestigiosa per Jesi. Proprio nella serata di ieri (21 ottobre), il direttore dell’Istituto marchigiano di enogastronomia, Alberto Mazzoni, un salto in Comune l’ha fatto per confrontarsi con sindaco e vice. Vedremo quali saranno i futuri sviluppi per arrivare finalmente all’inaugurazione di questo gioiello.

Resta il fatto che il portone dell’enoteca continua ad essere sbarrato, senza un cartello che avverta della chiusura momentanea ma con la targa esterna che è sempre al suo posto come pure la segnaletica cittadina che indirizza verso quel tempio di Bacco. Non solo, ma anche nell’ufficio turismo in piazza della Repubblica, sul festone pubblicitario che si può vedere in vetrina, l’enoteca viene ancora menzionata, invitando così alla visita. E qualcuno, a Jesi per diletto, continua ad andarci. Salvo trovarsi, poi, di fronte al… niente.

«Avreste dovuto vedere questa estate – ci dicono alcuni residenti di via Conti, dove è posto l’ingresso dell’enoteca -. È stato un via vai di gente, turisti di passaggio che, una volta di fronte al portone, chiedevano informazioni. E noi a spiegare che no, non avrebbe aperto né tra un’ora, né domani, né dopodomani…».

Se erano italiani. Ma gli stranieri? Ecco, appunto: «Once upon a time, l’enoteca…».

(Pino Nardella)

News