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Cronaca

JESI Welfare, Antonio Massacci: «Istituzioni e Terzo settore lavorino in squadra»

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Il presidente dell’Anffas in merito al “Profilo di Comunità”, lo studio realizzato dall’Asp che fotografa il sociale nei 21 Comuni dell’Ambito

JESI, 22 maggio 2021 – Uno strumento prezioso per programmare il futuro dei Comuni dell’Ambito: Antonio Massacci, presidente dell’Anffas, sul Profilo di comunità ,ossia lo strumento redatto dall’Asp Ambito 9 per la pianificazione dei servizi sociali.

JESI / "Azzeruolo", sperimentazione fino all'estate
Villa Borgognoni sede dell’Asp

«Il Profilo di Comunità – spiega Massacci – uscito da questo sforzo statistico e di riflessione, è un volume ponderoso di quasi 300 pagine. Un’opera così ricca di dati in ambiti differenti del welfare territoriale ha bisogno di essere diffusa il più possibile tra gli amministratori dei 21 Comuni dell’Ambito 9, e non solo tra gli amministratori delegati a questioni socio-assistenziali. Il Profilo descrive e analizza una realtà a tutto tondo che bisogna conoscere il meglio possibile per poter fare al meglio le scelte di politica sociale (dalla casa alla scuola, passando per il lavoro)».

Jesi

Un lavoro ricco di spunti per le Amministrazioni del territorio che «ha bisogno di essere diffuso tra le associazioni del Terzo Settore, che in appendice vediamo essere state numerose e coinvolte attivamente nella realizzazione dello studio. Sempre più – come viene anche sottolineato spesso negli interventi del Profilo – le risposte ai bisogni emergenti devono essere trovare programmandole e progettandole insieme tra istituzioni e mondo del Terzo Settore (così come tra l’altro sancito da una importante recente sentenza della Corte Costituzionale). Per quanto riguarda i servizi a favore di persone con disabilità i dati parlano chiaro: dal 2016 al 2020 coloro che ne usufruiscono sono passati da 553 a 724».

Un dato importante per «l’aumento del numero, accompagnato anche da una sua faticosa gestione in termini economici, visto anche il ruolo progressivamente defilato da parte della Regione Marche».

La pandemia accentua i problemi e le criticità «ma è sempre più vero che ogni intervento con la singola persona non può prescindere dalla comunità di riferimento, che deve esserne coinvolta in modo attivo e partecipato, a 360 gradi in tutte le tematiche del welfare. Il Profilo di Comunità arriva come una pietra miliare a ribadire il concetto di condivisione, in un welfare sempre più aperto ai contributi e sempre meno ristretto alle opportunità dei singoli – aggiunge Massacci -. Lo studio dell’Asp 9 non solo non deve perciò rimanere chiuso nei cassetti, ma deve diventare lo strumento principe per chi deve fare le scelte, reperire le risorse, formare la sensibilità dei cittadini, educare ad un welfare partecipato. In quanto tale, questo sforzo di ricerca compiuto dall’Asp deve diventare un vero e proprio atteggiamento che metta in atto una cultura di studio e ricerca».

Secondo il presidente dell’Anffas esso «evidenzia anche il bisogno di formazione per quasi 500 operatori dei diversi servizi, diventa quasi una necessità pensare (o ripensare?) a una struttura permanente di formazione, che coinvolga magari anche il Terzo Settore e che non releghi la ricerca e la elaborazione di dati a essere Cenerentola tra gli investimenti. La crisi pandemica, il disagio economico e quello psicologico, le incertezze sociali dovrebbero far leva proprio sulla formazione come il principale strumento di risposta ai bisogni. E riguarda soprattutto i giovani e il futuro. In questo senso, la città di Jesi, suo malgrado, è la naturale candidata a essere capofila di un progetto politico che ispiri e guidi le azioni istituzionali delle comunità del nostro Ambito 9».

(e.d.)      

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