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La mostra Picasso a Jesi non c’è mai stato, Luigi Paoloni c’è nato

Personale dell’ex cabarettista di Mazzangrugno, oggi barista in Viale Gallodoro, nella quale ripercorre con opere contemporanee le tappe e i personaggi della sua vita

Jesi – Si è aperta giovedì 21 dicembre e si concluderà il 30 gennaio la mostra personale dell’eclettico artista jesino Luigi Paoloni, nei locali adiacenti al suo bar di via Gallodoro 84 (tutti i giorni 9-13, 15.30-19.30).

L’ex cabarettista di Mazzangrugno, ripercorre attraverso le sue creazioni temi importanti che hanno segnato la sua vita, dedicando omaggi a personaggi, più o meno famosi incontrati strada facendo.

«A chi mi chiede il perchè un attore deve fare una mostra, rispondo che un artista è un artista sempre e quando si ha una certa età, ho 64 anni, si è coscienti che non si può sprecare tempo».

Luigi Paoloni oggi è titolare di un noto bar tabaccheria ricevitoria lungo l’asse sud della città, dove si fermano in molti per un caffè, una giocata o due chiacchiere.

«Sì, perchè che tu sia un barista o un attore, sempre al pubblico e per il pubblico lavori. La mostra ha la volontà di esprimere anche il forte legame che ho con il bar, che è il fil rouge dell’intera esposizione».

Già, perchè tra le opere create ed esposte, ce ne sono alcune molto indicative in questo senso, come quella in cui raccoglie in contenitori una enorme quantità di tappi di bottiglia.

«E saranno un quarto – ci racconta – di quelli che ho aperto negli anni. Ogni tappo rappresenta un individuo e il suo passaggio all’interno del locale, con cui sono entrato in contatto. La vita del bar è vita vera, fatta di comunicazione, confidenze, etnie diverse, convivenze forzate e ricercate. Il barista diventa spesso psicologo».

Tra gli altri lavori esposti da Paoloni, “Le parole sono importanti” omaggio a Nanni Moretti, l’Urlo di Munk come lo avrebbe visto Pasolini, con intrusioni di Ghandi e Paolini.

Ma anche il manifesto di una delle sue provocazioni giovanili (era il 1986), quando affisse cartelloni di un suo spettacolo “Senza platea”, che recitava per se stesso tutte le notti dalle 2 alle 3 nella camera di casa sua a Mazzangrugno, e sempre con se stesso come attore e unico spettatore.

Luigi Paoloni ricorda l’episodio del suo spettacolo immaginario “Senza Platea” del 1986

Una trovata che gli causò la ramanzina delle Forze dell’ordine e un controllo della Siae che si presentarono a casa sua in piena notte per controllare se lo spettacolo ci fosse davvero. Ed ancora le scarpette da calcio di tanta gente che “ci ha provato” a diventare campione senza farcela, l’opera “Oltre-Marina” dedicata a Marina Abramovic.

Luigi Paoloni insieme alla moglie spiegano l’opera “Oltre-Marina”

Insomma: la vita in opere del poliedrico Luigi Paoloni, barista, ma soprattutto personaggio della città.

D’altronde, come recita lo slogan coniato per la mostra “Pablo Picasso a Jesi… non c’è mai stato, Luigi Paoloni a Jesi… c’è nato”.

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