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LETTERE&OPINIONI INTERPORTO TRA BARUFFE DA CORTILE E PROBLEMI VERI

Rifondazione Comunista: «L’ubicazione del polo 118 in quel luogo è una dichiarazione di resa, oltre che un escamotage per ripianare un po’ del consistente debito della società»

JESI, 6 novembre 2019 – Sembra il remake della scena più esilarante di “Polvere di Stelle” questo ultimo scorcio di legislatura regionale, tutta la compagnia a sgomitare per trovare un posto a tavola. Così anche le quisquilie (come avrebbe detto Totò) diventano argomento di rissa. Ieri quella tra il consigliere Giancarli e la vice presidente Casini sui ritardi della dell’apertura della centrale unica del 118 all’ Interporto di Jesi.

Tuttavia dietro questo nulla si rivelano i grandi problemi e il mai avvenuto decollo dell’infrastruttura jesina è uno di questi. Narra della mancanza di una seria politica regionale nel trasporto. Ignava per quello pubblico delle persone dove non si è capaci di governare orari e scelte per quello ferroviario (basti pensare che dalle 21 tutto si ferma) e si sono continuate a finanziare antiche gilde private in quello su gomma (concessioni e tragitti che rispondono non ai bisogni dei cittadini ma alle economie delle aziende). Ignorante su quello merci dove le Marche sono tra le poche regioni a non avere una specifica legge mentre nel frattempo si è consentito lo smantellamento di tutti i piccoli scali invece essenziali in un’economia come quella marchigiana fatta di piccole aziende e distretti. In questo contesto la grave situazione dell’Interporto, nei fatti in via di liquidazione, dovrebbe indurre a cominciare dal territorio (i sindaci della Vallesina, l’Amministrazione di Jesi in particolare) a chieder conto del futuro dello Scalo.

Da anni le attività proprie si limitano a movimentare “antichi trasporti” (acqua, carta, cellulosa e rottami di ferro) sottratte agli scali ferroviari chiusi in questi anni. Mai l’infrastruttura è stata messa in sinergia con il porto di Ancona, mentre il collegamento ferroviario poteva essere insieme la possibilità di liberare spazi nello scalo dorico e decongestionare la Statale 16, annoso e ormai ridicolo “gnommero” chiamato uscita a Nord.

Di questo e d’altro avrebbero dovuto discutere Casini e Giancarli ed essere sinceri, l’ubicazione del polo 118 in quel luogo è una dichiarazione di resa, oltre che un escamotage per ripianare un po’ del consistente debito della società Interporto. Di questo chiediamo conto, su questo ci piacerebbe conoscere l’opinione e le iniziative delle organizzazioni sociali a cominciare da quelle del mondo del lavoro.

Rifondazione Comunista  Federazione di Ancona

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