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MONTE ROBERTO Don Maurizio Fileni oggi ricevuto dal Papa

Il Vangelo di Marco tradotto in dialetto jesino e scritto sui muri della canonica aveva entusiasmato il Nunzio Apostolico mons. Giovanni Tonucci

MONTE ROBERTO, 19 gennaio 2022 – A don Maurizio Fileni, parroco di Monte Roberto e di Castelbellino, non manca certo la fantasia. Convinto da sempre che il dialetto debba essere gelosamente costudito, nel 2016 ha iniziato la sua opera, traducendo il Vangelo di Marco in dialetto jesino, per poi scriverlo sui muri della casa parrocchiale, 23mila parole e 91mila lettere rigorosamente scritte a mano calcolando spazio e misure, perché tutto alla fine risultasse perfetto.

Anche le altre stanze sono state decorate, tant’è che sulla destra della porta della casa parrocchiale, c’è un cartello con scritto “suona il campanello di questa casa, chi vi abita, se c’è, sarà contento di aprirti e di farti vedere qualcosa di insolito“.

E tutto questo lo ha portato direttamente da Papa Francesco. Proprio oggi.

Sicuramente questa canonica può essere definita uno scrigno letterario, molto visitato da tanta gente, lo avrà pensato anche il Nunzio Apostolico mons. Giovanni Tonucci visitandola, rimasto entusiasta a tal punto che, insieme a don Gerardo Rocconi, vescovo di Jesi, ha organizzato l’incontro con Papa Francesco, credendo che quanto fatto da don Maurizio fosse un’opera di divulgazione unica.

«Tutto è stato organizzato a mia insaputa, davvero. Un giorno dello scorso novembre, saranno state le 9 del mattino, mi arriva una telefonata», ci dice ricordando don Maurizio.

«Lei è don Maurizio Fileni? Mi dice la voce al telefono».

«Si! dico io».

«È un prete della Diocesi di Jesi? Sì! rispondo. Bene, le dico che sarà ricevuto dal Papa, conclude».

«Cado dalle nuvole, penso ad uno scherzo e cerco spiegazioni. La voce dall’altro capo del telefono non me lo permette».

«Non è contento?».

«Certo che sono contento: sono contentissimo. Ma…».

«Niente ma – sento che chi mi sta parlando è avvezzo a farsi rispettare — mi faccia sapere al più presto quando è disposto a farsi ricevere e realizziamo l’incontro».

Saluti e stop. Nient’altro.

«In un secondo tempo – ammette don Maurizio -, solo in un secondo tempo, dopo essermi calmato un pochino, ho saputo che chi mi stava dando quella notizia era il Nunzio ApostolicoMonsignor Giovanni Tonucci (il Nunzio Apostolico, per intenderci, è un ambasciatore della Santa Sede e Monsignor Tonucci è stato ambasciatore a Washington, a Londra, in Kenia, nei Paesi Baltici, in Perù e in non so quante altre nazioni del mondo)» .

Chiusa la telefonata, dunque, ancora incredulo, a mente fredda e con l’aiuto del vescovo Gerardo – che sapeva tutto per filo e per segno, ma non aveva detto niente – don Maurizio ricostruisce la storia.

Il Nunzio Apostolico era venuto diverse volte a Monte Roberto a vedere quello che aveva realizzato nella casa parrocchiale ed era rimasto molto colpito da quello che aveva fatto.

E si era messo in moto.

Con l’aiuto dello stesso vescovo Gerardo aveva scritto una lettera di presentazione bellissima, tra l’altro, e tutti e due avevano lavorato per farlo ricevere da Papa Francesco.

«Ed ora sono in attesa che arrivi… domani (oggi, ndr). Che arrivi il momento dell’incontro con Papa Francesco».

«Talvolta sono stato preso dall’impazienza, a volte mi è presa la paura: un simile avvenimento non mi è mai capitato nei 71 anni della mia vita. Soprattutto mi sto preparando per ciò che dirò a Papa Francesco quando lo incontrerò e gli potrò parlare guardandogli negli occhi. Sono secondi importanti; importantissimi. Nei pochissimi minuti durante i quali gli potrò parlare, e se me lo permetterà, gli debbo dire il distillato, le cose essenziali dei miei 44 anni da prete».

Il vescovo di Jesi don Gerardo, il Nunzio Apostolico mons. Giovanni Tonucci, la sorella Gabriella e il cognato, gli amici Franco Gasparrini di Castelplanio e Claudio Conti di Castelbellino Stazione accompagneranno don Maurizio all’incontro di oggi con il Papa nella Sala Nervi.

(Redazione)

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