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MORRO D’ALBA Il sindaco Enrico Ciarimboli: «Poste Italiane latita»

«Evidente l’intenzione di ridurre la presenza nei piccoli Comuni sfruttando l’emergenza», chiesto al Consiglio e ai cittadini il sostegno alla moral suasion

MORRO D’ALBA, 4 agosto 2020 – È ormai evidente l’intenzione di Poste Italiane spa di utilizzare l’emergenza Covid come alibi per rivedere la propria presenza sul territorio, soprattutto nelle comunità più piccole, come Morro d’Alba, dove probabilmente il ritorno economico non è ritenuto adeguato.

Il sindaco Enrico Ciarimboli chiede quindi al Consiglio comunale e a tutti i cittadini «il sostegno nell’azione di moral suasion nei confronti di Poste Italiane in tutte le modalità possibili: dalle petizioni, alle lettere di lamentela, alle vere e proprie azioni di boicottaggio finanziario. Come Amministrazione abbiamo già dato disposizioni a non rinnovare i contratti di servizio in scadenza e a chiudere i rapporti di ccp non obbligatori per legge».

Enrico Ciarimboli sindaco Morro D'Alba

Il sindaco Enrico Ciarimboli

La vicenda inizia nei primi mesi del 2020: con l’istituzione del lockdown, l’ufficio postale di Morro d’Alba ha ridotto giustamente e legittimamente il proprio orario di apertura al pubblico, limitandolo a soli 3 giorni settimanali, come per la maggioranza degli uffici postali sul territorio nazionale.

Con l’inizio della Fase 2 prima e analogamente con la Fase 3 le Poste Italiane hanno continuato a mantenere l’orario ridotto, senza alcuna oggettiva giustificazione, creando gravi disagi agli utenti e alla comunità.

Nel corso dei mesi, spiega il Sindaco, «mi sono confrontato più volte con il direttore provinciale di Poste Italiane, Antonio Grisostomi che, seppur da me incalzato, non è stato mai in grado di dare risposte esaustive sul ripristino della piena funzionalità dell’ufficio, né sulle motivazioni per cui alcuni sportelli in piccoli Comuni sono stati riaperti a pieno regime, mentre altri, tra cui Morro d’Alba, no».

La principale giustificazione addotta è il massiccio utilizzo da parte dei dipendenti di Poste Italiane dell’ampliamento del numero di giornate fruibili per i permessi 104 e per il congedo parentale straordinario, giustificazione che poteva avere qualche valore per i mesi di maggio e giugno, ma non certo per i periodi successivi.

«Oltre ai vari colloqui telefonici – riporta il Sindaco – ho inviato lo scorso 8 giugno una mail di richiesta di chiarimenti sulla strategia aziendale per il ritorno alla normalità. La risposta è giunta un mese dopo, il 3 luglio, con una lettera che non fornisce alcuna indicazione concreta sul possibile ritorno alla normalità».

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