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TAR Tamponi in parafarmacia, il ricorso rinviato alla Corte Costituzionale

Dopo la sospensione a un mese dall’avvio, le associazioni criticano la decisione del Tribunale amministrativo: il personale ha la stessa preparazione di quello farmaceutico

ANCONA, 13 gennaio 2022 – Il Tar delle Marche ha rinviato alla Corte Costituzionale il ricorso operato dalle parafarmacie contro la decisione della Regione di sospendere dopo un mese dall’avvio della delibera che concedeva alle parafarmacie la facoltà di eseguire tamponi antigenici rapidi per la rilevazione del Covid19.

Le parafarmacie sono sostenute dal Movimento nazionale liberi farmacisti, Unione nazionale dei farmacisti titolari di sola parafarmacia, Federazione nazionale parafarmacie italiane, rappresentati e difesi dall’avvocato Daniele Granara.

Le parafarmacie delle Marche e le Associazioni che le sostengono prima di entrare nel merito della sentenza sottolineano come sia ridicolo, all’interno di una pandemia mondiale, arrivare alla Corte Costituzionale per decidere se dei farmacisti laureati e abilitati possano o non possano fare i tamponi per rilevare nuovi positivi al Covid19 aldilà che questi operino in strutture diverse dalle farmacie.

Una situazione che ha del “grottesco” se valutata all’ombra della strenua opposizione con cui l’associazione dei titolari di farmacia (Federfarma) si oppone per impedire che dei colleghi con stessa preparazione professionale esercitino un’opera che sostanzialmente è in favore dei cittadini, tutti i cittadini.

Entrando nel merito della sentenza quello che è davvero importante è quanto scrive lo stesso Tribunale rimandando la questione alla Corte Costituzionale, ovvero che esiste una “questione di legittimità Costituzionale” della legge che riservava alle sole farmacie la possibilità di effettuare i tamponi (dell’art. 1, commi 418 e 419, della L. 30 dicembre 2020, n. 178) rispetto agli art. 3 e 41 della Costituzione ovvero quelli che richiamano ai principi della pari dignità e uguaglianza di tutti i cittadini e quelli sulla libertà d’impresa.

Quello che dispiace, sottolineano le Associazioni, è che, in una situazione di sofferenza generalizzata dei cittadini per la diffusione del virus, si sia costretti ad assistere alle lunghe file davanti alle farmacie per fare un semplice tampone, e al contempo, si debba ricorrere ai tribunali per una questione che una politica più lungimirante e meno infiltrata da interessi corporativi avrebbe potuto risolvere in modo più semplice e veloce.

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