Segui QdM Notizie

Cronaca

VALLESINA IL CANALE D’ACQUA CHE UCCIDE, SCONVOLGENTE RACCONTO DI UN PESCATORE: “SALVATE GLI ANIMALI, ERO IMPOTENTE AL LORO GRIDO DI DOLORE”

VALLESINA, 20 maggio 2015 – Sono immagini raccapriccianti quelle che proponiamo ma non potevamo fare altrimenti per denunciare quanto sta accadendo lungo il fiume Esino nel più assoluto disinteresse. Che senso ha ripopolare le nostre zone periferiche con fauna selvatica protetta quando poveri caprioli e daini finiscono annegati in un canale dove ci sono sponde senza recinzione? Vi domanderete come sia possibile che da anni continui ad accadere ciò nonostante i residenti abbiano inoltrato questo allarme documentato a più Enti e sia rimasto inascoltato.

Probabilmente la cosa viene affrontata come al solito “all’italiana” e non sono bastate queste foto a spingere un intervento che costerebbe pochi euro e salverebbe la vita a tanti altri animali che  popolano la zona, anche adiacente ad un grandioso parco.

Siamo venuti a conoscenza della triste storia. A raccontarcela sono stati padre e figlio, ambedue bravi selcini, che lavorano lungo le sponde del torrente Esinante e a poche decine di metri dei due canali; il figliolo, appassionato pescatore, ha avuto modo di fotografare le morti di diversi cervidi (caprioli, cervi, tasso, ecc) e in qualche caso ha potuto ascoltare lo straziante verso di un capriolo che stava annegando.

Per essere più precisi questo canale così pericoloso è quello che corre superiormente alla strada che dall’Abazia di Sant’Elena conduce al centro dell’omonimo borgo e finisce in territorio di Serra San Quirico, dove nasce dal fiume Esino e nelle vicinanze della sorgente di Gorgovivo.

Dunque, nel canale superiore, dove è caduta la maggior parte di questi animali, vi sono lunghi tratti di recinzione perfettamente tenuta, altri tratti caduti per incuria o abbattuti dalla caduta di grossi rami, e una parte minore senza alcuna protezione; addirittura, alcuni tratti di questa strada sono superiore in altezza allo stesso canale e la protezione per evitare possibili cadute in acqua con mezzi diversi vi è un guardrail molto basso.

La morte di caprioli e daini, e qualche giorno fa anche un tasso, avviene specialmente durante i mesi di primavera, durante l’epoca degli amori; gli animali di notte corrono, saltano in quei punti dove manca la recinzione o è stata fortuitamente abbattuta e cadono in acqua affogando.

Gli animali morti si arrestano alla fine del canale dove un rastrello periodicamente si abbassa e si alza per spostare ciò che può ostruire il libero passaggio dell’acqua e tra alberi, reami, sterpaglia e materiali diversi, vengono sollevati pure questi animaletti a volte ancora vivi, che nella rotazione del rastrello (non sappiamo se questo è il nome esatto) vengono addirittura stritolati vivi e lasciati cadere lateralmente per finire la propria corsa nel fiume.

I due selcini ci hanno raccontato, non senza commozione, che un cervide finito nel canale è stato fortuitamente salvato da un vigile del fuoco intervenuto su chiamata di questi residenti e che pazientemente, richiamando il daino è riuscito a trarlo in salvo con la “collaborazione” dello stesso animale che stava affogando.

Ora, ci piacerebbe pure capire perché dobbiamo spendere i denari per fare ripopolamento se poi questi animali muoiono affogati solo per la mancanza di reti in quei pochissimi tratti rimasti scoperti?

([email protected])

© RIPRODUZIONE RISERVATA

News