Segui QdM Notizie
;

Eventi

Videointervista Francesca Garolla ritorna nel nome di Valeria Moriconi

“Per la vita”, spettacolo fuori abbonamento che chiude la Stagione di Prosa del teatro, promossa da Fondazione Pergolesi Spontini, Comune di Jesi e Amat

La drammaturga, commediografa, autrice, regista, Francesca Garolla ritorna a Jesi per Valeria Moriconi.

Difficile dimenticare quella serata di un anno fa in Piazza Federico II, colma di centinaia di persone, quando le fu assegnato il “Premio Valeria Moriconi 2022, Futuro della scena”, accanto all’altro premio dedicato al “presente artistico femminile”, identificato e premiato nella stessa serata, ovvero Ottavia Piccolo, che coinvolse il pubblico con la pièce “Donna non rieducabile”.

Ricordo grandi emozioni. L’assegnazione del premio, una straordinaria opera del fotografo Emanuele Scorcelletti, ha consentito alla Garolla di lavorare su un nuovo progetto drammaturgico che sarà presentato al Teatro Pergolesi domenica 21 maggio alle ore 17.

Il lavoro si intitola “Per la vita”, uno spettacolo fuori abbonamento che chiude la Stagione di Prosa 2023 di Jesi promossa dalla Fondazione Pergolesi Spontini, dal Comune e dall’Amat, con il contributo della Regione Marche e del MiC. 

Francesca Garolla

Scritto e diretto da Francesca Garolla, interpretato da Viola Graziosi“Per la vita” è un lavoro che nasce all’interno di una trilogia che indaga il tema della libertà e arriva in scena a Jesi in forma di “primo studio”, dopo una residenza di allestimento a Pesaro. 

Lo spettacolo di domenica prossima a Jesi è stato anticipato da un incontro preventivo con Francesca Garolla, tenuto giovedì 18 maggio alle Sale Pergolesiane del Teatro Pergolesi, nell’ambito del progetto “Essere Spettatore” a cura di Pierfrancesco Giannangeli.

Nelle sue note di regia, Francesca Garolla spiega approfonditamente la sostanza di questo lavoro che è un tassello di una trilogia che la sta impegnando da alcuni anni. 

Valeria Moriconi

«“Per la vita”, testo di cui presento una prima tappa di lavoro e di studio, nasce all’interno di una trilogia sulla quale sto lavorando da diversi anni. Una trilogia – racconta Francesca Garolla – che indaga il tema della libertà in tre declinazioni: una libertà assoluta che non si interroga da un punto di vista etico o morale sulle conseguenze delle proprie azioni (Tu es libre), una libertà che invece tocca il tema della responsabilità, individuale, collettiva e storica, nella sua eredità generazionale (Se ci fosse luce) e, in “Per la vita”, una libertà rifiutata, evitata, negata a se stessi consapevolmente. Il lavoro riflette su come si possa accettare, se non desiderare, una condizione di prigionia, reale o mentale che sia. In scena una donna, sola, sembra obbedire alla volontà di qualcun altro, ad una madre-maman che “a fin di bene” l’ha relegata nella sua stanza, rendendola terrorizzata e disgustata dalla vita che accade fuori dalle sue finestre, costretta, imprigionata in affermazioni, regole e limiti. Ma è quando la madre scompare – è poi mai davvero esistita? – che comprendiamo come la protagonista stessa non voglia davvero liberarsi. È nella sua prigione – che ha voluto, immaginato, abitato – che trova la sua libertà». 

Il tuo teatro, dedicato a futuro, mette gli artisti e il pubblico di fronte a nuovi modi e mondi di ricerca e sperimentazione, sicuramente acquisiti da te, negli anni, nei Paesi in cui hai lavorato…

«Esatto, mi sono mossa tanto anche se il contesto drammaturgico francese è quello che conosco meglio. Ho un’idea precisa anche su altre realtà culturali, il che è dovuto forse al fatto che i miei testi sono tradotti all’estero. La realtà francese mostra una grande varietà di linguaggi artistici, più ampia di quanto si possa vedere da noi. Ma non è certo per mancanza di professionalità, è un modus operandi, una concezione diversa della sperimentazione». 

L’abbiamo intervistata in un momento di pausa delle prove a Pesaro, chiedendole quanto questo premio abbia influito sul nuovo lavoro in scena al Pergolesi. 

Guarda il video

© riproduzione riservata

News