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CHIARAVALLE STORIE DI SOLITUDINE E DISPERAZIONE, 57ENNE DORME IN STRADA: SENZA TETTO E SENZA LAVORO

CHIARAVALLE, 1 giugno 2017 – “Sono un senza tetto e dormo per strada”. Le parole di Roberto Pellonara arrivano dritte al cuore e raccontano una storia di solitudine, di disperazione, di povertà e dolore. Indossa la t-shirt che celebra la vittoria dell’Atletico Chiaravalle questo 57enne minuto di statura e che vive a Chiaravalle dal 1975. “Non ho soldi per comprami neppure le sigarette o una maglia, che infatti alcuni amici ogni tanto mi regalano. Vivevo in un garage in via Verdi di proprietà di mia sorella Stefania ed alla notte era freddo così mi hanno regalato una stufetta a gas ma quando mia sorella se ne è accorta in poche ore ha cambiato la serratura e io mi sono ritrovato a dormire per strada, nei bagni pubblici, negli scantinati”.

Pellonara ha bussato a tante porte ma ha trovato solo l’aiuto della Caritas e della parrocchia. “Anche il Comune mi dà due soldi: circa 150 euro al mese ma non bastano certo per sopravvivere. La Caritas mi ha aiutato da quando non ho neppure un letto per dormire, da quando mia sorella mi ha cacciato. Mi hanno mandato a Senigallia dove sono stato bene per 11 giorni ma poi dovevano fare dei lavori alla casa di accoglienza e mi hanno pagato il biglietto del pullman per andare in un’altra casa di accoglienza a Jesi, dove sono stato 45 giorni. Il problema è che bisogna alzarsi alle 7 e si sta fuori tutto il giorno senza un soldo anche se si può andare a pranzo alla mensa. Sono luoghi duri perché si incontrano tanti uomini, soprattutto stranieri, dediti all’alcol e che diventano violenti, non conoscono la pulizia, rubano cellulari e marsupi”. Pellonara non chiede la luna. “Solo che le assistenti sociali mi aiutino un po’, mi trovino una stanza con un piccolo bagno, magari un lavoro anche part time per guadagnare qualcosa e riuscire a sopravvivere. Di mestieri ne ho fatti tanti: carrozziere, operaio, lucidatore di metalli ed ero anche molto apprezzato. Ho portato domande e curriculum in tante aziende ma non si è aperta neppure una porta, non mi hanno concesso neppure una possibilità”.

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