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AMAZON Mangialardi: «Grande opportunità, ma attenzione a diritti e ambiente»

«Regione Marche, così come il Comune di Jesi, smettano di trattare la vicenda nelle loro segrete stanze, affinché il progetto del polo logistico acquisti visione e prospettiva per il futuro della nostra regione»

ANCONA, 25 febbraio 2022 – Per un territorio come quello della provincia di Ancona, che nel corso degli ultimi quindici anni ha subito una progressiva emorragia di posti di lavoro e su cui ancora oggi, come la recente vicenda Caterpillar insegna, continua a pendere la spada di Damocle della deindustrializzazione, la creazione all’Interporto Jesi di un polo logistico da parte di Amazon rappresenta senza dubbio un’importante occasione in termini in sviluppo economico e occupazionale.

Ciò, tuttavia, non ci deve far perdere di vista fattori tutt’altro che secondari, e anzi determinanti per rendere sostenibile il progetto sia sul piano sociale che ambientale. Purtroppo, su questo fronte l’impegno della Giunta regionale, che come ricorda lo stesso assessore alle Infrastrutture, Francesco Baldelli, è chiamata a svolgere un ruolo di indirizzo e controllo sull’Interporto, è stato fino a oggi piuttosto latitante e si è limitato a trattare l’intera questione come un’ordinaria pratica di urbanistica.

Un approccio che non può non farci preoccupare. Prendiamo la promessa dei mille posti di lavoro che dovrebbe creare l’insediamento di Amazon: si tratta di una cifra certamente importante, ma ci vogliamo chiedere quale sarà la qualità di questa occupazione? Quali i meccanismi di assunzione? Che ruolo avranno le rappresentanze sindacali dei lavoratori? Che garanzie verranno date sulla longevità dell’insediamento?

Non penso che questi temi possano essere trattati in un secondo momento, perché va assolutamente evitato che il progetto di Amazon, il quale mira a potenziare il ruolo delle Marche come piattaforma logistica del traffico internazionale di merci, diventi un’area grigia di precarietà estrema a danno dei lavoratori. Non mi sembra che tali problemi oggi siano al primo punto dell’agenda politica della Regione Marche e del Comune di Jesi.

Così come sembra non esserlo quello dell’impatto che avranno sul traffico e sull’ambiente non solo le eventuali centinaia di lavoratori che raggiungeranno l’hub dalle località limitrofe, ma anche e soprattutto l’enorme mole di mezzi pesanti per la movimentazione delle merci che affluirà in poco tempo nella rete viaria territoriale.

Spero davvero che, terminata la fase dei necessari passaggi burocratici, la Regione Marche, così come il Comune di Jesi, smettano di trattare la vicenda nelle loro segrete stanze e inizino a dialogare rispettivamente con il Consiglio regionale e quello comunale, nonché con tutte le forze sociali della provincia, affinché il progetto del polo logistico acquisti visione e prospettiva per il futuro della nostra regione.

Maurizio Mangialardi, capogruppo Pd Assemblea Legislativa delle Marche 

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