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ANCONA False valigie “Made in Italy” dalla Cina al porto

L’operazione della GdF e dell’Agenzia Dogane e Monopoli ha portato al sequestro di 95 mila articoli pronti per essere immessi sul mercato

ANCONA, 17 giugno 2020 – Sbarcano al porto di Ancona valigie provenienti dalla Cina con falsa attestazione “Made in Italy” pronte per essere immesse in commercio, la Guarda di Finanza e l’Agenzia Dogane Monopoli ne sequestrano 95.000.

È questo l’esito dell’operazione “Tricky Trolley”, che ha portato al deferimento del titolare di un’azienda della provincia di Ascoli Piceno.

L’indagine e il sequestro

La Compagnia anconetana della Guardia di Finanza e l’Ufficio delle Dogane di Ancona avevano svolto una serie di controlli finalizzati alla tutela della sicurezza del mercato dei beni e servizi, del “Made in Italy e della sicurezza dei prodotti, svolti quotidianamente sulle merci in transito nel porto dorico.

Nel corso di tre mesi sono state sequestrate 95.000 valigie in poliestere di origine e provenienza cinese, ma recanti etichette attestanti falsamente la produzione in Italia e destinate a una catena commerciale nazionale.

A finire nel mirino è stata una società della provincia di Ascoli Piceno, individuata a seguito di un’attenta analisi di rischio, effettuata inizialmente dai militari della Compagnia di Ancona, su container, veicoli e persone in transito nello scalo portuale.

L’operazione è consistita in più sequestri effettuati nell’arco di tre mesi a seguito del monitoraggio di tutte le importazioni effettuate dall’azienda ascolana che i finanzieri e i funzionari doganali hanno eseguito in maniera puntuale, individuando così oltre 150 spedizioni dalla Cina in altrettanti container.

Le valigie, già pronte per la commercializzazione, sarebbero state distribuite su tutto il territorio nazionale con un valore di vendita di circa tre milioni di euro. Su ciascuna di esse erano apposti dei cartellini con l’indicazione “Made in Italy” e la produzione nello stabilimento di Ascoli Piceno, tali da indurre in errore il consumatore finale sulla reale origine degli articoli.

Il reato 

L‘importazione a fini di commercializzazione di prodotti recanti false o fallaci indicazioni di provenienza o di origine, viola il comma 49 dell’articolo 4 della legge n. 350/2003, costituisce reato ed è punito, ai sensi dell’art. 517 del codice penale, con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a 20 mila euro.

Per questi motivi il rappresentante legale della società destinataria acquirente è stato deferito a piede libero alla Procura della Repubblica di Ancona. Conseguentemente il titolare dell’azienda ha provveduto ad adeguare l’etichettatura delle valigie secondo le indicazioni dell’Autorità Giudiziaria che, pertanto, ne ha dissequestrato una parte.

La falsa indicazione del “Made in Italy” e, in generale, l’errata informazione sull’origine delle merci danneggiano il mercato, gli imprenditori onesti e i cittadini che vengono ingannati sulla reale provenienza dei prodotti acquistati.

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