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ANCONA Situazione lesiva per tre lavoratrici: la segnalazione di “Dignità e Lavoro”

Tesei e Freddi: «Ci sentiamo di esprimere, anche pubblicamente, la nostra vicinanza e il nostro sostegno»

ANCONA, 25 settembre 2021 – Depositata presso la Procura della Repubblica di Ancona una
segnalazione per ipotesi di reato a carico di un’importante azienda privata nazionale con sede in Ancona leader nel settore socio assistenziale dal dr. Valentino Tesei e dal dr. Francesco Freddi rispettivamente presidente e vice presidente dell’Associazione culturale cristiana “Dignità e Lavoro” Aps.

Dopo mesi di tentativi di dialogo per cercare una soluzione equa e rispettosa di tre lavoratrici associate – spiegano Tesei e Freddi – siamo stati costretti a interessare il Tribunale di Ancona. Dispiace perché la situazione riscontrata è estremamente grave e lesiva della dignità delle nostre associate, tra l’altro tutte donne. D’altronde la normativa speciale in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, il cosiddetti Tusl, vede nel datore di lavoro il soggetto responsabile e deputato a creare le condizioni per un clima aziendale inclusivo e partecipativo, che al tempo stesso tuteli il benessere psicofisico dei
lavoratori.

Bene rammentare, al fine di capire la gravità della questione cui siamo di fronte, che la normativa richiamata, costituita dal D.Lgs. 81/08 e smi, che chiama diversi soggetti professionisti a collaborare con il datore di lavoro allo scopo di fare Prevenzione e Tutela della Salute e Sicurezza dei lavoratori, ha carattere penale speciale e non lascia adito a mezze misure o fraintendimenti, sanzionando chiaramente ogni violazione sia sotto il profilo amministrativo, che penale.

La tutela del lavoratore, ai sensi della normativa vigente, prevede, altresì, la presenza dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls), che partecipino in maniera attiva con il datore di lavoro e le altre figure aziendali preposte nei processi valutazione dei rischi e in generale delle criticità impattanti sui lavoratori, facendosi portavoce degli stessi, che altrimenti rischierebbero di rimanere inascoltati.

Dispiace, per quanto esposto, che tutti i soggetti aziendali preposti, ai sensi di legge, non ci abbiano mai dato alcun riscontro perché si poteva e si doveva almeno tentare di risolvere la delicata questione delle dipendenti in argomento, che nostro malgrado abbiamo dovuto segnalare all’Autorità Giudiziaria.

Rileva negativamente per contro, in questo scenario di assenza delle figure aziendali, chiamate a fare prevenzione, i riscontri, per altro estemporanei, del datore di lavoro che acclarano nella loro crudezza, il pessimo clima aziendale e la malsana gestione delle risorse umane, presente nell’azienda segnalata, laddove lo stesso datore palesa tutti i suoi pregiudizi nei riguardi di una lavoratrice ben precisa, nel tentativo di declassificare la questione a un problema isolato.

Abbiamo constatato che, purtroppo, le condizioni di disagio delle lavoratrici assurgono a veri e propri atti di prevaricazione alla loro dignità, con particolare inasprimento nei confronti di una ben precisa lavoratrice perché rea di essere portavoce di altre colleghe che accusano situazioni di disagio sul posto di lavoro. A queste lavoratrici ci sentiamo di esprimere, anche pubblicamente, la nostra vicinanza e il nostro sostegno.

Riteniamo, infatti, che per un cristiano, come insegnatoci dal Magistero del Papa Benedetto XVI nella Enciclica del 29 giugno 2009 “Caritas In Veritate”, quanto mai attuale, “… la Carità esiste nella verità, di cui Gesù è testimone, ed è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera. La Carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa.

Il rischio di estrometterla dal vissuto etico riporta l’attenzione sulla verità. Lo sviluppo ha bisogno di verità. Senza di essa, la Verità, “l’agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere, con effetti disgregatori per la politica”.

Certo, metterci la faccia in situazione complesse, come quella presentata al Tribunale di Ancona, è per noi una sfida impegnativa, sia sotto il profilo umano che professionale, che accogliamo ogni giorno con passione, forti della Fede che riponiamo in nostro Signore Gesù Cristo.

Nel nostro piccolo, abbiamo la presunzione di far capire ai nostri interlocutori istituzionali e privati, che essere un’Associazione di Volontariato, che ha come faro ispiratore i valori cristiani, ci dà la forza e l’obbligo morale di intervenire laddove c’è bisogno di Giustizia.

Non ultimo ci fa piacere, e ci dà particolare stimolo, la vicinanza delle stesse lavoratrici che ringraziamo
per aver trovato il coraggio di chiedere aiuto
senza arrendersi a facili compromessi; d’altronde anche Mosè quando ha sfidato lo strapotere temporale del Faraone, nel nome di Dio, chissà quanti sorrisi denigratori ha destato, soprattutto in coloro che di fronte a ogni difficoltà hanno avuto nostalgia della situazione passata in schiavitù.

La nostra opera associativa è radicata, dunque, nel servizio ai più fragili e per questo più indifesi, volendo essere al contempo opera professionale di assistenza tecnico-legale per i lavoratori, e consulenziale per le aziende, e di apostolato nel nome di Gesù.

Associazione Culturale Cristiana Dignità e Lavoro

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