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Chiaravalle

CHIARAVALLE MANIFATTURA A RISCHIO CHIUSURA, I SINDACATI CHIEDONO L’INTERVENTO DELLA REGIONE

manifatturaCHIARAVALLE, 4 ottobre 2016 – Rischio di chiusura per la manifattura tabacchi. Si fa sempre più critica la situazione della manifattura tabacchi, tanto che sindacati e Rsu hanno incontrato gli assessori regionali all’industria Manuela Bora e al lavoro Loretta Bravi. Una storia lunga 260 anni che rischia di finire entro poco tempo col rammarico e la preoccupazione forte di un intero territorio, non solo di Chiaravalle e dei suoi cittadini. “Il consiglio di amministrazione di domani 5 ottobre sarà delicatissimo – affermano i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Rsu della manifattura – ed abbiamo espresso forte preoccupazione per il proseguimento dell’attività, che attualmente impegna 65 lavoratori nello stabilimento di Chiaravalle ed una ventina a Roma, agli assessori regionali Bora e Bravi. Negli ultimi cinque anni, 10 lavoratori sono usciti dal ciclo produttivo”.

I sindacati temono che le strategie aziendali puntino verso una richiesta di concordato, “per le quali – secondo i lavoratori – non ci sono le condizioni, in quanto la manifattura ha margini di guadagno significativi”. Le organizzazioni hanno parlato di accordi internazionali in corso di definizione che, se confermati, da soli assicurerebbero lavoro per tutti gli operai attualmente impiegati. “Le prospettive aziendali sembrerebbero positive invece ci troviamo di fronte a una situazione di incertezza che preoccupa, in quanto notiamo scollamenti incomprensibili nelle scelte operate che fanno prefigurare l’obiettivo di giungere a un concordato”. Gli assessori regionali Manuela Bora e Loretta Bravi hanno espresso solidarietà ai lavoratori e confermato l’impegno istituzionale a cercare una soluzione positiva. “Non si possono cancellare oltre due secoli di storia marchigiana – hanno detto – serve chiarezza per inquadrare la situazione e percorrere le strade necessarie a tutelare il lavoro e salvaguardare l’occupazione”.

manifatturaGli assessori hanno aggiornato la riunione a giovedì prossimo: sulla base degli esiti del consiglio di amministrazione, la Regione si attiverà per ricercare un confronto con la proprietà. Domani dalle 8 i lavoratori saranno in assemblea permanente nello stabilimento di Chiaravalle e alle 15 andranno in delegazione dal sindaco Costantini, che per il momento ha deciso di non commentare la situazione riservandosi, forse, di farlo domani nel momento in cui riceverà i lavoratori in comune. Preoccupazione e amarezza è stata espressa anche dagli ex deputati chiaravallesi Claudio Maderloni e Luciana Sbarbati, che hanno sempre seguito con attenzione le vicende della manifattura. “C’è una situazione – dice la Sbarbati – che non dovrebbe portare alla chiusura perché gli utili sono soddisfacenti, ci sono commesse con l’estero, con l’Iraq in particolare che attendono di essere chiuse e contratti che devono essere perfezionati. L’agenzia delle entrate è venuta incontro all’azienda per rateizzare le scadenze e quindi ci sono riscontri positivi che non portano a pensare alla chiusura, tutt’altro. Però chi è a capo del gruppo, gli amministratori delegati che si succedono devono prendersi le loro responsabilità e devono chiudere i contratti. Non si possono gettare in mezzo alla strada famiglie, lavoratori, le storie delle persone e di un territorio”.

La Manifattura Tabacchi di Chiaravalle ha profondamente segnato lo sviluppo del territorio: la ricchezza che ne è derivata e il ruolo delle donne nel mercato del lavoro nelle vesti di sigaraie, sono tra i segni più evidenti lasciati in 260 anni di storia. Costruita nel 1759, nel 1959 dava lavoro a 1100 persone. Poi la crisi che ha causato perdite occupazionali notevoli dato che nel 1997 erano meno di 400 i lavoratori dello stabilimento di Chiaravalle e ad oggi sono circa 65 con una ventina occupati a Roma. Particolarmente apprezzati negli anni i prodotti della manifattura chiaravallese, dai sigari al tabacco da fiuto, dalle sigarette, le celebri MS all’attuale marchio “Chiaravalle”, commercializzato sia come tabacco che come sigarette.

Nel dicembre 2014 una forte avvisaglia di gravi problemi: i vertici della manifattura, Massimo Tarli, direttore generale dello stabilimento chiaravallese e Luca Cecconi, responsabile dei rapporti con i Paesi esteri, vennero arrestati con l’accusa di traffico internazionale di sigarette di contrabbando da 100 milioni di euro. Secondo l’indagine “Duty free”, coordinata dalla Procura di Ancona con il supporto del Servizio antifrode delle Dogane, carichi di sigarette da 520 tonnellate sarebbero partiti dalla Manifattura di Chiaravalle, formalmente con destinazione Paesi extra Ue. In realtà però quelle sigarette erano dirette verso Paesi dell’Unione, con un’evasione di imposta pari a 73 milioni di euro. L’attività di contrabbando sarebbe iniziata nel novembre del 2011: agli arrestati viene contestata l’associazione per delinquere transnazionale.

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