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CHIARAVALLE RIFONDAZIONE AVVERTE: «BIODIGESTORE, MOBILITARE LA CITTADINANZA»

«Occorre fermare questa scellerata decisione»

CHIARAVALLE, 18 luglio 2019  – Il biodigestore, impianto del trattamento dei rifiuti umidi che potrebbe sorgere alla Coppetella di Jesi, tocca anche i Comuni limitrofi.

Rifondazione Comunista di Chiaravalle spiega: «È certo una buona cosa che il Consiglio comunale di Chiaravalle abbia discusso sulla questione “biodigestore“ e pure approvato un documento che sottolinea i rischi e le preoccupazioni per il nostro territorio circa l’impatto di questa infrastruttura nel già complicato equilibrio ambientale di una zona “per legge” definita Aerca (elevato rischio di crisi ambientale)».

Per il partito, però, ciò non basta: «Tuttavia, non solo il ritardo con cui questa discussione è stata avviata, che ha impedito in sede di Assemblea territoriale d’Ambito (Ata, partecipata da tutti i Sindaci della provincia) di formulare e verbalizzare da parte del Sindaco queste riserve, ma pure i contenuti di questo documento ci sembrano insufficienti per rimettere in discussione una scelta che, se realizzata, regalerà a Chiaravalle solo tanti svantaggi. Non basta infatti supplicare i “Sindaci dei Comuni più grandi di valutare con più attenzione la scelta che si accingono a compiere” per scongiurarla. L’Amministrazione di Jesi (quella che doveva essere partner strategico con Falconara e il nostro comune per tutelare insieme gli interessi della bassa Vallesina) ha già scelto secondo il proprio particolarissimo interesse e i tempi per decidere sembrano avviarsi a scadenza».

Secondo Rifondazione «occorreva una proposta alternativa precisa e dettagliata, occorre soprattutto un impegno che prima, in sede Ata, e poi, nel territorio, formalizzi questo dissenso e attivi tutte le iniziative necessarie per fermare questa scellerata decisione. Ci facciamo quindi portatori di una proposta, convochi l’Amministrazione comunale quanto prima un’assemblea pubblica dove oltre che informare e discutere si costruisca una proposta e un comitato per sostenerla, capace con la mobilitazione e tutte le altre forme democratiche di intervenire. Di più, questo appuntamento dovrebbe a nostro parere essere l’occasione per una riflessione ulteriore sulla crisi ambientale della nostra zona a cominciare da come intervenire e agire nei confronti del prossimo rinnovo della concessione all’Api oramai alle porte (2020)».

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