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CHIARAVALLE “Volevo essere Lo Bello”, libro autobiografico di Franco Mengucci

Viaggio attraverso epoche diverse, da quando era un ultras della Biagio Nazzaro sino all’iscrizione al corso per diventare arbitri e vestire, finalmente, la tanto agognata “giacchetta nera

CHIARAVALLE, 14 novembre 2021 – Franco Mengucci era un tifoso, anzi no, era un arbitro, anzi no, Franco Mengucci “voleva essere Lo Bello”.

Si intitola proprio così il suo libro autobiografico, “Volevo essere Lo Bello” ed è un solluchero per gli appassionati del calcio, soprattutto per quelli un po’ nostalgici dei campi polverosi di periferia, quando si giocava (e si arbitrava) con le scarpe rigorosamente nere, mica coi colori dell’arcobaleno come oggi.

Il libro di Franco Mengucci è un viaggio attraverso epoche diverse, da quando era un ultras della Biagio Nazzaro (e grande tifoso lo è ancora) a quando ha “ricattatola madre per iscriversi al corso per diventare arbitri e vestire, finalmente, la tanto agognata “giacchetta nera”.


La vita da tifoso Franco Mengucci l’ha vissuta appieno, dalla fine degli anni Settanta agli Ottanta e ancora la vive, pur se con accenti diversi. Nel libro ricorda pagine memorabili nei campi delle Marche e dedica pensieri gentili a personaggi indimenticabili del calcio chiaravallese: il presidentissimo Plinio Parasecoli, l’indimenticabile giornalista Sergio Schiaroli e poi Lorenzo Manfredi, anzi Lori o meglio “Enalora”, un tifoso speciale che se n’è andato troppo presto e che gli ultras rossoblù omaggiano ad ogni partita.


Alcune pagine sono dedicate anche a Stefano Forconi, jesino doc, anchee lui volato in cielo anni fa, e al Maghetto, Gianfranco Ferretti. Finalmente il debutto da arbitro, sabato 29 novembre 1980, al campo Minonna di Jesi quando ad accompagnare Franco Mengucci alla sua prima partita da “fischietto” andò l’amico Sandro Panci con la sua Lancia Hf rossa.

Da lì in poi è stata una lunga, incredibile carrellata di partite dirette e di episodi e aneddoti singolari che nel libro sono raccontati in maniera dettagliata, con una precisione quasi maniacale. Franco Mengucci né ha da raccontare e le racconta tutte, o quasi, anche quando ad Ascoli l’attaccante del Barbagrigia, Ivo Sansoni ha tentato di strappargli i baffi e lo ha colpito volontariamente con una pallonata al volto.

Il volume è impreziosito dalla prefazione di Massimo Raffaeli, chiaravallese, importante critico letterario che regala spunti preziosi a cominciare dal nomignolo che Gianni Brera aveva coniato per il celebre arbitro siracusano Concetto Lo Bello, etichettato con il nome del tirannico giudice cretese Minosse.

«Congedandosi dai suoi lettori – scrive Raffaeli – Mengucci augura a se stesso di arbitrare in uno stadio del paradiso terrestre la partita per lui assoluta, inevitabilmente un Inter-Juventus. Ma c’è da sospettare che il padreterno qui possa purtroppo trovarlo in difetto di equanimità (in quanto interista e antijuventino esacerbato) perciò preferendogli, ancora una volta, Concetto Lo Bello da Siracusa».

Gianluca Fenucci

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