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CINGOLI Il nocciolo nelle Marche, la sfida di Ferrero

Nocciolo nelle marche cingoli

Mercoledì 29 gennaio si svolgerà il convegno organizzato dal Comune di Cingoli per presentare il Progetto Nocciolo Italia della Ferrero

CINGOLI, 23 gennaio 2020 – La multinazionale Ferrero vuole investire nelle Marche, il Comune di Cingoli organizza il convegno “Il Nocciolo nelle Marche”. Mercoledì prossimo, 29 gennaio, alle 15.30, si terrà l’evento informativo presso la Sala Verdi del Palazzo Municipale, al fine di sensibilizzare gli imprenditori agricoli sull’opportunità offerta dalla multinazionale dolciaria.

Nocciolo marcheIeri, 22 gennaio, si è svolta la conferenza stampa di presentazione del convegno, alla presenza del sindaco Michele Vittori, dei consiglieri comunali Stefano Filonzi e Monaldo Vignati, di Paolo Berardi, direttore della Cooperativa Agricola Montesanto di Potenza Picena. Era assente l’assessore all’agricoltura e all’ambiente Pamela Gigli, tra i promotori dell’iniziativa. Al convegno del 29 gennaio parteciperanno anche il dott. Filippo degli Azzoni, presidente della Montesanto, il dott. Fabio Pivetta, responsabile per Ferrero del Progetto Nocciolo Italia, il dott. Ivan Seri, responsabile dell’iniziativa per il centro-italia.

L’intento di Ferrero è quello di investire nel territorio marchigiano per la raccolta del nocciolo. Il convegno è finalizzato alla sensibilizzazione verso gli imprenditori agricoli per un’eventuale riconversione delle culture o per l’avvio di nuove imprese. A questo fine, verrà presentato l’esempio della Cooperativa Agricola Montesanto di Potenza Picena, la prima realtà marchigiana a sottoscrivere un contratto di questo tipo con la multinazionale.

«E’ un’iniziativa interessante – ha spiegato il sindaco Vittori – poiché si tratta di un’opportunità concreta per Cingoli e per l’entroterra maceratese, dato che abbiamo invitato al convegno tutti i sindaci del cratere sismico. Parliamo di una collaborazione con una grande realtà internazionale come Ferrero, l’industria dolciaria più importante del nostro Paese, il cui progetto è già partito nelle Marche ed è concreto. Come amministrazione comunale riteniamo opportuno promuovere questo tipo d’iniziativa per dare un’alternativa alle aziende agricole e mostrare nuove opportunità a chi si immette nel mercato. Ringrazio la Cooperativa e Berardi, che hanno messo a disposizione la loro professionalità con un esempio concreto».

Il direttore della C.A. Montesanto, Paolo Berardi, è entrato nel dettaglio. «La nostra cooperativa sociale – ha spiegato – ha concretizzato il rapporto con Ferrero nel novembre del 2018, firmando un contratto fino al 2037. La nostra realtà è attiva dagli anni ’60 e negli anni ’80 abbiamo allargato la produzione al settore cerealitico, collaborando con diverse aziende. Riteniamo che l’agricoltura italiana stia sofferendo parecchio la stagnazione dei prezzi dei cereali. La possibilità del nocciolo dà alternative molto valide, producendo in un settore già affermato. Ci conforta molto avere l’attenzione di un gruppo come Ferrero, azienda con 20 stabilimenti di cui 4 in Italia, che non ha mai trascurato il nostro Paese. Per questo dobbiamo essere grati».

«L’impianto – ha continuato Berardi – ha un costo non eccessivamente elevato: l’investimento ha un ritorno superiore a quello previsto. La coltivazione viene fatta da terzisti ed è quindi esterna, i ricavi si aggirano per difetto intorno ai 3000 euro a ettaro. Le grandi aziende hanno la possibilità di migliorare il bilancio aziendale, mentre per quelle piccole questa è una grande possibilità per essere rivalutate. Le nostre zone hanno terreni idonei per il nocciolo, dato che noccioleti selvatici si possono trovare dappertutto. La tecnologia è andata avanti, perché la Ferrero le produce direttamente in qualche paese e quindi ci ha trasmesso l’aspetto tecnico».

«Non si rischia – ha chiarito il direttore – una produzione eccessiva: il primo paese produttore mondiale di noccioli è la Turchia con il 70% della produzione, seguita dall’Italia al 12/14%. La Ferrero ha il terrore di rimanere senza materia prima, sia perché in Turchia ci sono impianti manuali, ma anche per timori di tipo politico. In Italia gli impianti sono automatizzati, la produzione richiede pochissima manodopera e un limitato consumo d’acqua. Inoltre, è previsto un aspetto ambientale tramite il rimboschimento dei territori, per raggiungere i 1000 ettari pensati dalla multinazionale per il progetto. L’azienda, inoltre, garantisce un prezzo minimo garantito a copertura dei costi: se il mercato dovesse avere flessioni, non ci saranno sorprese. Come CAM, ci fa piacere essere stati scelti da Ferrero come prima azienda nelle Marche per la raccolta, dato che l’azienda sta aumentando i fatturati».

Successivamente, ha preso la parola Stefano Filonzi, consigliere comunale e dipendente della Ferrero. «L’amministrazione – ha chiarito – crede in questo progetto e abbiamo il dovere di proporlo alle nostre imprese non solo di Cingoli ma di tutto l’entroterra maceratese e del cratere. Conosco bene l’azienda lavorandoci, e posso dire che Ferrero vuole aumentare la superficie produttiva del 30%. La nocciola ha mercato per via dell’aumento dei consumi e dell’alta richiesta dei prodotti che se ne ricavano. Il convegno vuole far conoscere le tutele, le opportunità e le alternative di questo progetto. Tutti i partecipanti potranno fare domande ai relatori».

Ha chiuso gli interventi il consigliere comunale Monaldo Vignati. «Da agronomo – ha commentato – sottolineo la fattibilità tecnica-agronomica di questa cultura dalle nostre parti, come già sottolineato da Berardi. Si può creare un canale per un’economia di scala dove le aziende possano organizzarsi per la raccolta e la realizzazione del prodotto».

Giacomo Grasselli

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