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CINGOLI Lo sciopero della fame di Michel che chiede di “rivedere” il processo

Innamorati, 27 anni, è stato assolto dall’accusa di tentato furto ma vorrebbe la revisione della pena per spaccio, l’appello della compagna

CINGOLI, 29 aprile 2021 – Viene accusato di spaccio di stupefacenti ma la sua pena non è proporzionata, scrive al giudice per chiedere di fissare l’udienza e proclama lo sciopero della fame. E’ la storia di Michel Innamorati, cingolano di 27 anni, raccontata dalla sua compagna, Rosa Argiuolo.

I fatti risalgono al 2019, quando il cingolano è stato arrestato per tentato furto e spaccio di stupefacenti, insieme ad altre tre persone tra i 20 e i 23 anni. Nello specifico, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, i quattro avrebbero tentato di rapinare una sala slot, ma sono stati fermati dall’allarme.

Erano quindi partite le intercettazioni sui cellulari dei sospetti: le indagini avevano fatto scoprire un giro d’affari di oltre 40 mila euro per 500 cessioni di droga. Nelle 40 perquisizioni effettuate, sono stati trovati circa 70 grammi di sostanze stupefacenti.

In sede di dibattimento, Michel si è sempre professato innocente dal furto, ha ammesso di aver spacciato 5 grammi, ma non a minori, come invece testimoniato dagli altri imputati. Nonostante sia stato assolto dall’accusa di tentato furto, è stato condannato a 7 anni di reclusione e 35 mila euro di multa per spaccio. 

«Sono più di due anni – spiega Rosa Argiuolo, compagna di Michel e madre dei suoi due figli – che la mia famiglia sta vivendo un incubo, esattamente dal 15 aprile del 2019, quando il mio compagno è stato arrestato. Inizialmente non ci rendevamo bene conto della gravità delle cose contestate a Michel, ma poi, rileggendo tutto bene e vedendo anche come i giornali lo dipingevano, abbiamo capito che qualcuno avesse ingigantito molto la cosaC’era un tentato furto che non aveva mai commesso, anche se poi è stato fortunatamente assolto da quel reato. Quindi c’erano accuse di cessioni di sostanze stupefacenti, totalmente false, da persone che vivono la loro vita commettendo questi reati. A Michel non è stato mai trovato niente e le accuse si basavano solo su parole, ma lui durante le udienze si prese da uomo le proprie responsabilità di ciò che aveva fatto realmente da solo, ma respingeva le imputazioni».

«Andando avanti con le udienze – spiega Rosa – la maggior parte dei testimoni ha ritrattato o minimizzato la cosa: questo ci fece ben sperare per la conclusione del processo. Dopo la condanna, non potevamo crederci, perché a nostro avviso non sono stati presi in considerazione gli sviluppi del processo».

La famiglia Innamorati è pronta ad adire tutti i gradi di giudizio, perché ritiene che la pena sia sproporzionata rispetto al reato realmente commesso . 

«Logicamente – continua la ragazza – il nostro avvocato ha presentato ricorso presso la Corte di Appello di Ancona, e se servirà presenteremo ricorso in Cassazione. Siamo fiduciosi che la verità verrà a galla, ma nel frattempo, dopo più di 2 anni, a Michel non viene data l’opportunità di uscire, di iniziare a lavorare onestamente e di portare avanti la sua famiglia con i suoi due bambini, come ogni uomo dovrebbe e desidera fare. Purtroppo, i tempi della legge italiana sono molto lenti ed è ingiusto trattenere una persona agli arresti domiciliari per tutto questo tempo. Occorre ricordare che fino al terzo grado di giudizio un imputato ancora non è colpevole». 

Innamorati ha già iniziato la sua personale battaglia per farsi ascoltare. «Da venerdì 16 aprile, – racconta Rosa – dopo aver scritto anche al giudice una lettera per chiedere di rivedere il suo caso, Michel ha iniziato lo sciopero della fame, sperando che questa iniziativa stimoli i nuovi giudici a rivedere i fascicoli il prima possibile, per ripristinare la verità dei fatti. Non si può pagare più del reato realmente commesso con il carcere preventivo, ovvero la custodia cautelare. Michel, inoltre, desidera precisare che non ha mai ceduto sostanze stupefacenti a minori, come riportato in alcuni giornali: lo tengo fortemente a precisare, perché è una cosa che Michel odia e lo fa star male. Aggiungo che, durante il dibattimentonon c’è stata nessuna dichiarazione che conducesse a minori, contro Michel. Speriamo di ottenere giustizia il prima possibile».

(g.g.)

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