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Cingoli

COVID-19 Due operatrici della Casa di Riposo positive, salgono a 10 i casi a Cingoli

Casa di riposo cingoli

Salgono a 10 i casi nel territorio comunale. La Fp Cgil Macerata scrive al Prefetto, alla Coperativa, all’ASP e al Sindaco per ricevere risposte. Torna a parlare l’amministrazione.

CINGOLI, 14 marzo 2020 – Altri due casi positivi di Coronavirus a Cingoli, l’emergenza non si ferma sul Balcone.

Poco fa è arrivata la notizia di 2 operatrici sanitarie della Casa di Riposo positive al Covid-19.

Salgono così a 10 i contagiati nel territorio comunale, di cui ben 8 dalla struttura residenziale. Pochi minuti fa, l’amministrazione comunale tramite il vice-sindaco Saltamartini ha dato la propria versione dei fatti.

La Cgil Macerata, appresa la notizia, ha scritto alla Prefettura maceratese, al Sindaco Vittori e alla Cooperativa Kcs Caegiver che gestisce il servizio per conto dell’Asp 9.

«Nel pomeriggio di ieri – scrive Andrea Coppari, della Segreteria Fp Cgil maceratese – venuti a conoscenza che a seguito di tampone effettuato erano risultati positivi al Covid-19 5 ospiti e 2 operatori della Casa di Riposo di Cingoli, abbiamo scritto a tutte le istituzioni e cooperative coinvolte per sollecitare le parti ad attivarsi tempestivamente con le autorità competenti per tutelare il personale impiegato nella struttura e gli ospiti della stessa».

In particolare, il sindacato chiede l’immediato trasferimento degli ospiti positivi in strutture sanitarie adeguate.

«Non riteniamo – spiega il rappresentante della sindale – la struttura della Casa di Riposo in alcun modo adatta per gestire il contenimento della diffusione e la gestione dell’emergenza».

Il sindacato richiede, inoltre, l’attivazione di tutti i protocolli sanitari previsti, la sanificazione degli ambienti della struttura, la messa a disposizione al personale dipendente di adeguati Dispositivi di Protezione Individuale.

«In mattinata – continua Coppari – la Cooperativa ha confermato le nostre preoccupazioni in merito alla permanenza degli ospiti contagiati nella struttura, seppur isolati dal resto degli utenti in un ambiente apposito, e ci ha informato che nella giornata di ieri, nonostante i vari tentativi fatti, si è rivelato impossibile il trasferimento degli interessati in altre strutture. Infine ci sono state fornite rassicurazioni sul fatto che idonei Dpi sono stati forniti a tutto il personale già dall’inizio dell’emergenza. Siamo stati inoltre informati dagli operatori che in mattinata tutti gli ospiti e il personale in servizio sono stati sottoposti a tampone».

Pur consapevoli dell’emergenza, i rappresentanti dei lavoratori maceratesi chiedono risposte.

«La salute e la sicurezza – conclude Coppari – dei lavoratori e delle lavoratrici è un’assoluta priorità che deve precedere qualsiasi altra considerazione. Abbiamo provveduto a segnalare la situazione al Prefetto e allo Spsal Macerata e ci riserviamo, in base alle azioni che saranno messe in atto, di mettere in campo tutte le azioni a tutela di lavoratori e utenti».

Con i suoi 10 casi, Cingoli diventa il territorio con il focolaio più esteso della Vallesina e della provincia di Macerata.

In questi minuti è tornata a parlare l’amministrazione comunale, tramite un post su facebook del vice sindaco, Filippo Saltamartini. «L’Amministrazione – ha spiegato – è stata in contatto con alcuni familiari e con alcuni operatori, a cui ha spiegato l’evoluzione dell’infezione e le notizie apprese dall’Asur, poichè, per una scelta che vale per tutti i Comuni e per tutti i sindaci della nostra regione, la stessa Asur non comunica nè i nomi nè l’entità della diffusione dell’infezione. Il virus che ha infettato la prima paziente nella Casa di riposo, è stato verosimilmente contratto a seguito di cure mediche sanitarie somministrate in altri Plessi ospedalieri».

«L’accertata presenza – continua Saltamartini – di alcune persone malate di coronavirus all’interno della Casa di riposo è avvenuta su sollecitazione del Comune verso le competenti autorità sanitarie, le quali hanno disposto l’isolamento delle stesse all’interno della struttura. Sulla base delle loro condizioni cliniche, sono stati i medici dell’Asur intervenuti a visitare i pazienti ad aver decretato la permanenza dei nostri ospiti ammalati presso la stessa Casa di Riposo. Il Comune che aveva chiesto il trasferimento in altro luogo, ma l’Asur ha ribadito che ognuno deve fare il suo lavoro».

Si tratta, a quanto scrive il vice sindaco, di un un problema di «carenza di presidi medici, di strutture sanitarie e di modalità di trasferimento dei malati a cura del 118. Il Comune ha pure chiesto anche l’intervento della Protezione civile nazionale (dott. Borrelli) per la fornitura di maschere adeguate per il personale che lavora all’interno della stessa casa di riposo, ricevendone come risposta che “non sono sufficienti neppure per il personale medico e sanitario degli ospedali“».

A quanto riferisce Saltamartini, sarebbe in corso alla Casa di Riposo una visita da parte di un medico di famiglia autorizzato dall’Asur. «Ringraziamo – ha continuato nel suo post – tutti i medici, gli infermieri, gli O.S.S., gli operatori della Casa di riposo per questo enorme sacrificio. I protocolli dei medici di famiglia non prevedono la visita domiciliare. La stanno facendo perché non ci sono altre soluzioni, ci hanno detto».

Giacomo Grasselli

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