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Fabriano Alla scoperta della Mongolia con le foto di Christian Birelli

Una mostra fotografica per raccontare l’ultimo viaggio del giovane fabrianese

Fabriano – Le foto di Christian Birelli in mostra al Wooden Bar di Fabriano. All’interno del locale in pieno centro storico una selezione delle istantanee scattate dal 38enne durante il suo recentissimo viaggio in Mongolia.

Una “missione” che ha permesso al fabrianese di scoprire luoghi e panorami in un viaggio di due settimane tra settembre e ottobre dello scorso anno. 

«Ho iniziato a fare viaggi “importanti” nel 2008 ed ogni anno cambiavo meta. Ho visto sei delle sette meraviglie del mondo moderno – spiega il giovane fabrianese – il mio sogno è di riuscire a vederle tutte, ma dopo due anni di stop ai viaggi causa Covid, il mio desiderio più grande era tornare nella mia amata Asia. Ho visitato 35 paesi diversi, ho visto tutte le Americhe, ma dell’Asia non mi stanco mai perché mi lascia sempre qualcosa di profondo al termine del viaggio, è un continente ricco di spiritualità e di storia».

Il viaggiatore-esploratore-fotografo si è messo in gioco andando alla scoperta di una delle destinazioni più remote di sempre, lontana dai grandi flussi turistici e con un fascino misterioso.

La Mongolia non è solo la terra dei pastori di Yak, ma è una terra di tradizioni antichissime, con un popolo orgoglioso delle sue radici e di una storia millenaria che torna indietro nel tempo fino alla gloria di Gengis Khan.

Un viaggio partito da Roma con scalo ad Istanbul, con i primi giorni dedicati alla scoperta del deserto del Gobi, distante dalla capitale Ulan Bator poco meno di 600 chilometri.

«Lungo questo tragitto – ancora Christian Birelli – si incontrano soltanto due città e la strada non è altro che una lingua di asfalto in mezzo ad un paesaggio quasi sempre desertico. Sono poi rientrato nella capitale, e successivamente con un volo interno sono arrivato a Ulgii dove si tiene il festival delle aquile e dove si trovano i monti Altai. Durate il festival i cacciatori competono in diversi eventi di maneggio con aquile addestrate. È incredibile la connessione che si crea tra l’uomo e questo rapace dal momento in cui viene prelevato dal nido, ai sette anni che trascorre con il proprio addestratore prima di essere rilasciato di nuovo in natura. Vedere circa settanta cacciatori a cavallo ognuno con la propria aquila vestiti con gli abiti tipici è un’esperienza unica».

«Poi il viaggio è andato avanti, per ammirare i panorami del distretto di Cengel, con laghi, canyon e ghiacciai. Sono arrivato al confine con la Cina e la Russia nel parco “Altai Tavan Bogd”. I pernottamenti sono stati in delle Yurte di pastori mongoli in posti che sembrano dimenticati, senza nessun tipo di comfort – conclude Birelli –  senza bagni né acqua per lavarsi, l’unica disponibile era quella dei fiumi, bollita. Sono stati senza dubbio i giorni e le notti più freddi di tutto il viaggio».

Le foto, otto, rimarranno in esposizione all’interno del Wooden Bar di Fabriano per tutto l’anno, fino a fine 2024.

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