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FABRIANO “I Diritti in tasca”, un’analisi del tramonto dei valori etici e morali

Il libro di Giacomo Scortichini, presidente Anpi cittadina, approfondisce temi istituzionali e sociali

 

FABRIANO, 20 ottobre 2020 – Presentato nel più rigoroso rispetto delle norme anticovid, presso la sala convegni dell’hotel Janus di Fabriano il libro di Giacomo Scortichini, presidente della sezione Anpi cittadina “I Diritti in tasca”, edito da Capponi Editore.

Sabato scorso l’autore, durante l’incontro con il pubblico, ha spiegato le motivazioni che lo hanno spinto alla stesura: «Principalmente la volontà di esprime un pensiero che rappresentasse una lettura “costituzionalmente orientata” della nostra società. La Costituzione è il tema centrale del libro – ha sottolineato -. Calamandrei diceva che la carta costituzionale è una lettera di intenti e deve essere completamente applicata nel futuro. Oggi la forza propulsiva dei padri costituenti sembra essersi esaurita e questo risulta essere inaccettabile perché la Costituzione ci ha insegnato che nessuna gioia si può costruire sul dolore altrui».

Relativamente al recente Referendum, l’autore ha commentato: «Di fatto il Parlamento, grazie all’uso smodato della decretazione nonché del ricorso sistematico al “voto di fiducia” in combinato disposto con le liste elettorali bloccate, è stato totalmente depotenziato. Quindi credo che il vero problema sia quello di riportare al centro della vita politica l’organo che realmente dovrebbe rappresentare i cittadini italiani». Per quanto concerne il titolo: «Il libro ha una doppia valenza: Diritti in tasca come qualcosa che tutti noi abbiamo a portata di mano ma anche diritti in tasca nell’accezione che gli stessi non devono rimanere chiusi nelle nostre tasche bensì applicati e rivendicati».

Rimanendo in stretto collegamento con la questione Covid, ha rilevato: «Il libro è stato scritto prima della pandemia ma affronta alcune questioni che ben possono rappresentare l’attuale situazione di emergenza. Freud affermava che l’uomo in momenti di crisi ha sempre barattato un po’ di libertà per un po’ di sicurezza». Molti altri i temi trattati, tra questi la questione lavoro: «La crisi del comparto manifatturiero nasce da una scriteriata strategia di ricercare il vantaggio competitivo d’impresa (la nostra città è un fulgido esempio di quanto questo assurdo modello di sviluppo possa, in breve tempo, devastare un intero tessuto sociale) attraverso la compressione dei costi e dei diritti del mondo del lavoro, con la conseguente drammatica contrazione della domanda interna».

Toccato anche l’argomento scuola: «Becker affermava che l’insegnante è un “imprenditore morale” proprio a rimarcare la centralità di una istituzione che deve essere chiamata ad educare le giovani generazioni e ricercarne i singoli talenti. Non può dunque limitarsi ad un infruttuoso trasferimento di un sapere già noto, dal passato al futuro». Infine i drammatici effetti del “neoliberalismo”: «Il capitalismo nasce per edificare una società del “benessere diffuso” nel pieno rispetto della dignità umana e dell’equità sociale; il neoliberismo è la rappresentazione della sua degenerazione, perché si edifica intorno alla folle convinzione che il “mercato”, di per sé, sia nella condizione di autoregolare le dinamiche economiche e quindi sociali, senza che siano inseriti limiti e elementi di perequazione da parte delle istituzioni politiche».

In definitiva, “I Diritti in tasca”, parla delle problematiche di una società all’interno della quale i valori etici e morali stanno via via decadendo. Una visone del mondo costituzionalmente orientata, così ama definire l’opera l’autore; un pensiero volto ad affermare che «nella ribellione e non nella rassegnazione abita la ricerca di una vita degna di essere vissuta», perché « una ingiustizia fatta all’individuo è una minaccia fatta all’intera comunità».

Daniele Gattucci

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