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FABRIANO “L’Esodo” di Simone Cristicchi domenica pomeriggio al “Gentile”

Il dramma di una popolazione per tanti, troppi anni ai margini della storia italiana ed internazionale.

 

FABRIANO, 4 febbraio 2020 – Le Marche sono più di una seconda casa per Simone Cristicchi. L’artista romano arriverà domenica nella città della carta, per un pomeriggio a teatro dove racconterà con voce, parole ed immagini il dramma delle foibe e dell’esodo istriano, giuliano, fiumano e dalmata. Al “Gentile”, domenica 9 febbraio, arriva per la stagione di prosa “Esodo” scritto dal cantautore romano e dal giornalista Jan Bernas.

Uno spettacolo che nasce da “Magazzino 18”, che racconta il dramma partendo dal porto vecchio di Trieste, dove si trova questo “luogo della memoria” pieno di sedie, armadi, materassi, letti e stoviglie, fotografie, giocattoli. Dove il superflu è rimasto lì, dove sono transitate le tante vite “normali”, interrotte dagli scossoni della storia.

Con il Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 l’Italia perse vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, e circa 300 mila persone scelsero – davanti a una situazione dolorosa e complessa – di lasciare le loro terre natali destinate a non essere più italiane.

Racconta di una pagina dolorosa della storia d’Italia, di una complessa vicenda del nostro Novecento mai abbastanza conosciuta, e se possibile resa ancora più straziante dal fatto che la sua memoria è stata affidata non a un imponente monumento ma a tante, piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianità.

Il Magazzino N.18 conserva le piccole cose prese in tutta fretta da chi scappava dalla propria casa, come un luogo senza tempo dove lo scorrere di tante vite interrotte dalla storia, e dall’esodo è rimasto bloccato, come pietrificato. Appuntamento al “Gentile” domenica, a partire dalle ore 17. Lo spettacolo andrà in scena a poche ore dal giorno del ricordo, previsto per il 10 febbraio.

Una solennità civile che dall’istituzione (2004) vuole conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.

Saverio Spadavecchia

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