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FABRIANO L’ospedale “Profili”, «baluardo dell’entroterra montano»

 

 

Michela Bellomaria: «Formazione professionale e adeguamento dell’organico, recupero dell’ala inagibile del nosocomio e realizzazione di altre sale operatorie il traguardo da raggiungere»

FABRIANO, 23 luglio 2020 – Nella nostra area montana, la politica deve riconquistare la fiducia delle persone e delle comunità, prendendosi carico dei problemi della quotidianità. Voglio essere chiara: i cittadini dell’area montana non sono di serie B e non possono accontentarsi di servizi, in primis quelli sanitari, di serie B.

Questo sarà il principio cardine della mia battaglia ed è anche la linea politica espressa chiaramente da Maurizio Mangialardi. Nessuno deve essere lasciato indietro: dai territori ai cittadini. Solo così ci sarà il vero sviluppo del nostro territorio e di tutta la Regione. Il Covid ha cambiato il nostro mondo, la nostra società, il nostro modo di vivere, mettendo a dura prova la sanità che, tuttavia, ha risposto in maniera straordinaria. Il ringraziamento vero, accorato va alle donne e agli uomini operanti in tutti i livelli del nostro sistema sanitario che hanno compiuto uno sforzo immane, senza sosta e senza risparmiarsi.

Fabriano, unico ospedale Covid free della Provincia, non è stato certo da meno, attuando un’organizzazione eccellente per far fronte all’emergenza e, allo stesso modo, garantendo un alto livello di prestazioni Covid free. Non dimentichiamo, ad esempio, l’impressionante performance del blocco operatorio, al netto dei 200 interventi  eseguiti in un solo mese, provvedendo alle esigenze chirurgiche dei pazienti Covid negativi di tutta l’Area Vasta 2, senza dimenticare  il “tampone a bordo”, progetto pilota per le Marche.

Queste sono dimostrazioni concrete che, quando il gioco si fa duro, le forze, le professionalità e l’organizzazione migliori fanno la differenza: l’ospedale di Fabriano deve ripartire da qui, da questi risultati eccellenti. Diventa dunque irragionevole l’accorpamento di alcuni reparti e il conseguente taglio di almeno 12 posti letto. Personalmente diventa ancora più insopportabile se si pensa che si è agito così per far tornare al proprio posto l’hospice, un reparto dove si accompagna i malati nel fine vita, in maniera dignitosa e profondamente umana. Un patrimonio della nostra società civile.

Chiunque conosce la nostra sanità ci dice che uno dei problemi più pressanti è la carenza di personale e il taglio di questi posti letto è l’esempio lampante. Vanno necessariamente sbloccate nuove assunzioni che vadano a rimpolpare i reparti in maniera definitiva e strutturale. Questa condizione permanente di mancanza di personale, nel lungo termine, si supera soltanto se parte un’interlocuzione seria e concreta con le nostre università, che vanno sostenute e messe in rete, aumentando la capacità di formare studenti nei comuni del territorio, incrementando le borse di studio.

L’obiettivo è formare personale specializzato, creando lavoro e garantendo ai cittadini un livello dignitoso di prestazioni ed assistenza. Il nostro sistema sanitario va riconsiderato nella sua totalità, I cittadini devono avere garantiti in prossimità i servizi essenziali. Non a caso la priorità di Maurizio Mangialardi, che io condivido in toto, è proprio dare risposte alle urgenze del quotidiano, in primis sulla sanità, che va ripensata a 360° attraverso un progetto che coniughi poli di eccellenza e prossimità, in cui i servizi sanitari e sociali siano vicini, all’interno delle nostre comunità.

Serve un progetto complessivo per l’ospedale di Fabriano affinché torni ad essere il baluardo del sistema sanitario dell’area montana e non solo. Dunque, avanti con il progetto della nuova ala operatoria che porterà il nostro nosocomio ad essere un punto di riferimento a livello chirurgico. Contestualmente, va assolutamente recuperata l’ala lesionata dal sisma.

Per mesi ho chiesto con forza ai vari livelli del partito la discontinuità proprio perché sperimentavo, come cittadina e operatore socio sanitario, le difficoltà del sistema sanitario nell’area montana e, stando a contatto diretto ed ascoltando le persone, era inequivocabile  la percezione  da parte dei cittadini di non avere risposte adeguate. La federazione di Ancona ha recepito questa indicazione dai circoli, e ha portato avanti un’azione politica in questo senso. Il PD regionale ha effettuato un gran lavoro di ascolto e, successivamente,  di sintesi che ha portato alla candidatura di Maurizio Mangialardi. Dunque la discontinuità non è un astratto principio, è un’idea di politica che si traduce proponendo persone che la incarnino e proposte reali ai cittadini, ecco perché la mia candidatura va in questo senso, senza fronzoli, né slogan ma con proposte serie e complessive che vadano a ribaltare la percezione dei cittadini e a migliorare il reale vissuto di chi risiede nel nostro territorio.

Michela Bellomaria, candidata Pd al Consiglio Regionale Marche

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