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Cronaca

FABRIANO Luci accese: la protesta degli imprenditori della ristorazione

Riflettori sul momento estremamente difficile della categoria

FABRIANO, 29 aprile 2020 – Arriva anche nella città della carta la protesta dei titolari di ristoranti, bar e pub con un flash mob che ha acceso le luci sui timori e le paure di un settore che dopo la crisi sanitaria teme quella economica.

«Sensibilizzare l’opinione pubblica circa le gravi problematiche che la nostra categoria sta affrontando in questo periodo di emergenza sanitaria dovuta al Covid-19», spiega così il motivo della mobilitazione Antonella Bartolini responsabile Confcommercio dei pubblici esercizi di Fabriano.

Una mobilitazione di respiro nazionale, con l’obbiettivo quindi di porre l’accento sulla situazione dei lavoratori del settore, tra i primi a chiudere e tra gli ultimi a riprendere.

“Andremo a consegnare le chiavi dei nostri locali al sindaco”

«Abbiamo partecipato al flashmob “Risorgiamo Italiaaccendendo le luci dei nostri locali che sono deserti da quasi due mesi e che saranno tra le ultime attività a ripartire – prosegue la Bartolini -.  Appena poi sarà possibile, in pieno rispetto delle regole vigenti in maniera di distanziamento sociale, ci recheremo dal Sindaco a cui consegneremo simbolicamente le chiavi dei nostri locali e alcune istanze affinché giungano ai piani alti».

Mera protesta? Per la responsabile Confcommercio fabrianese dei pubblici esercizi no, perché l’accensione delle luci è da tradurre in “accensione dei riflettori” nei confronti di chi sta affrontando scadenze e problemi di ogni tipo: affitti, tasse, utenze, mancanza di liquidità e molto altro.

«Ancora non siamo a conoscenza di quelle che saranno le normative con le quali ci dovremmo confrontare ma che, cosa ormai nota e già accaduta per altre realtà commerciali, sicuramente comporteranno per noi una drastica riduzione della clientela. Una richiesta di aiuto dunque per una realtà – conclude la Bartolini –  quella della ristorazione, portatrice non solo di interessi economici ma anche sociali, culturali, storici e antropologici».

(redazione)

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