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Cronaca

FABRIANO PRIMO MAGGIO, “RICOSTRUIRE” IL TERRITORIO CON IL LAVORO

Sviluppo, ricerca ed investimenti. Diversificare le produzioni cercando di sviluppare settori con possibilità di crescita

 

FABRIANO, 1 maggio 2019 – Un territorio che ancora soffre i morsi della crisi, 4.075 disoccupati come ultima stima del dicembre 2018 secondo i dati del Ciof. Donne in primis le più colpite, oltre 2.200 senza lavoro con gli uomini sotto “quota” 2.000.

Numeri aumentati rispetto il 2017, 138 unità per le donne, per gli uomini 31 unità. Di tutte le fasce d’età, ma se si allarga l’analisi all’Ambito territoriale del centro per l’impiego, con Arcevia, Cerreto D’Esi, Genga, Sassoferrato e Serra San Quirico si arriva ad oltre “quota” 6.500 . 

Sviluppo, ricerca ed investimenti in una vasta gamma di settori senza limitarsi ad un monoprodotto, diversificare le produzioni e di sviluppare settori con possibilità di crescita, questa l’analisi di Cgil, Cisl e Uil. Ma ancora più importante – e ribadito sia da Berionni, Cocco e Sabbatini – la necessità di lavorare in rete. Una nuova cultura, uno “scatto” verso il futuro e verso i valori aggiunti. Quindi non mettere in un angolo lo storico settore metalmeccanico, ma accompagnarlo con forza a possibili sviluppi fatti di turismo, agricoltura innovativa, servizi e molto altro ancora. 

Territorio da ridisegnare economicamente

Andrea Cocco, Cisl, ha ricordato che “Ci sono grandi imprese, ma queste non daranno tutte le risposte necessari per il territorio – osserva – ci potranno essere assunzioni, ad esempio attendiamo il piano industriale di Electrolux, ma dobbiamo essere consapevoli che il passato non tornerà più. Ecco perché è necessario ripensare il territorio anche in funzione delle piccole imprese. Di ogni settore. Serve che tutte le parti sociali si impegnino per dare un futuro al territorio: lavoriamo per ricostruire. Prendiamoci tutti la responsabilità necessaria”.

Sviluppo di “nuove strade”, turismo su tutte, senza però dimenticare la storia industriale del territorio secondo Carlo Sabbatini (Uil). “Abbiamo tante problematiche, abbiamo realtà in salute altre purtroppo meno, ma il mio pensiero è rivolto al futuro, alle possibilità che il nostro territorio offre. Ovviamente il turismo è la più grande occasione che abbiamo da sfruttare, penso al turismo esperienziale, il turismo dei cicloamatori che mentre viaggiano ammirano il territorio: questa è la nostra potenziale grande forza. Abbiamo tantissime potenzialità ed eccellenze, ma dobbiamo metterlo in rete, farlo crescere di valore per poter poi fondare una vera economia. I comuni lavorino insieme per creare una rete concreta di collaborazione. Crediamoci tutti, con la disponibilità di tutti.”

“Il mondo del lavoro è cambiato, a livello locale e soprattutto a livello internazionale, globale”. Osserva così Arrigo Berionni, Cgil, che poi prosegue l’analisi osservando che “Ricetta semplice non esiste per il territorio. Dobbiamo capire come innovare e ricercare, capire cosa può consentire una produzione con un valore aggiunto. Non dimentichiamo la necessità di valorizzare il territorio, collegare tutte le aree e mettere in rete le esperienze delle aree interne tra agricoltura, agriturismo e presenze di turisti. In questa fase è possibile dare una riposta parziale anche in questo senso. Ovviamente senza dimenticare i settori tradizionali che non devono essere lasciati ai margini. Quindi investimenti nel settore industriale, puntare su ricerca e professionalità”.

“Diversificare l’offerta del territorio”: questo quanto chiesto a gran voce dalle sigle sindacali così come la necessaria – e continua – formazione dei lavoratori. Formazione e corsi però da declinare a seconda delle domande. Quindi creare l’offerta anche per reinserire giovani e meno giovani nel mondo del mercato del lavoro e cercare anche di fermare l’emorragia di giovani (e non) che dal territorio cercano di trovare un futuro altrove.

Anche la SS76 e l’Ospedale “Profili” nei pensieri di Cgil, Cisl e Uil, perché infrastrutture e sanità sono parte integrante di un territorio che deve trovare una soluzione per uscire dalla(e) crisi.

Per quanto riguarda il “Profili”, ancora una volta forte il richiamo per il mantenimento di una sanità “montana” capace di aggregare un territorio. Risposte quindi per pazienti e personale medico, senza di questi il rischio di perdere ulteriore attrattività per un territorio già in sofferenza. Anche le infrastrutture restano centrali, perché con collegamenti più rapidi ed efficiente da e verso il fabrianese la situazione economica potrebbe trarre benefici e possibilità di investimento.

(Saverio Spadavecchia)

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