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Cronaca

FABRIANO PUNTO NASCITA, IL COORDINAMENTO VUOLE IL RICORSO AL CONSIGLIO DI STATO

Convocato un consiglio comunale straordinario sulla sanità montana

Il Coordinamento Cittadino per la salvaguardia dell’ospedale Profili ancora in trincea per il punto nascita

 

FABRIANO, 9 marzo 2019 – “Il nostro Comune presenti necessario ricorso al Consiglio di Stato”. Con queste parole, e dopo il “no” alla sospensiva comunicato ieri dal Tar Marche, il Coordinamento per la difesa dell’ospedale cittadino cerca una ulteriore e possibile strada per preservare il punto nascita dell’ospedale Profili.

Secondo il Coordinamento infatti, dopo aver preso atto che “L’organo amministrativo chiede di ottenere entro 10 giorni i documenti necessari a chiarire la violazione dell’art.17 bis del D.L. n.8 del 2017 e considerato quindi, che lo stesso articolo di legge, prevede che non si possano applicare per i trentasei mesi successi dall’entrata in vigore della stessa legge nessun provvedimento di riorganizzazione della rete ospedaliera senza averla discussa in un tavolo di monitoraggio di attuazione, ritiene che ci siano tutti i presupposti necessari affinché il nostro Comune presenti necessario ricorso al Consiglio di Stato. Riteniamo che, se è vero, com’è vero, che con tutta la fretta palesata dalla Regione Marche, la stessa abbia palesemente violato un articolo di Legge a danno di un’intera Comunità”.

Nell’articolo di legge citato dal coordinamento e riportato dal parere del Tar ( leggi in Gazzetta Ufficiale ) si faceva riferimento ai “Nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017”.

“La nostra struttura ospedaliera deve rimanere come centro di un vasto territorio montano – osservano dal Coordinamento – chiudere sarebbe soltanto il primo atto di un lento e costante depauperamento”.

Un possibile ricorso

Nel frattempo fissata dal Tar la data per la trattazione del merito del ricorso: l’udienza pubblica del 22 maggio 2019. In ballo ancora la possibilità della rimodulazione ipotizzata dallo stesso Ministro (leggi l’articolo), che si è assunta l’impegno di rivedere entro il prossimo 31 marzo i “numeri” dell’accordo” spostando il parametro minimo per il mantenimento della struttura a 350 parti e non più 500.

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