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IL 4 NOVEMBRE Bufera sulle parole del direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale

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Reazioni polemiche al messaggio agli studenti da parte di Filisetti, in occasione della giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate

ANCONA, 5 novembre 2020 – «Un pensiero a tutti i figli d’Italia che dettero la loro vita per la Patria, una gioventù che andò al fronte e là vi rimase. Una gioventù lontana dai pavidi, coloro che scendono in strada a cose fatte. Giovani che vollero essere altro, con le opere, con l’esempio consapevoli che “un uomo è vero uomo se è martire delle sue idee”. Ricordando i loro nomi, sentiamo di rispondere, come nelle trincee della Grande guerra all’appello serale: Presente!».

messaggio filisettiRecita così il messaggio agli studenti delle scuole marchigiane, da parte del Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Marco Ugo Filisetti, nel giorno del 4 novembre.

E le reazioni polemiche alle parole dette in occasione della giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate non sono affatto mancate.

«Trovo incommentabili queste parole – scrive il consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo, ex presidente dell’Assemblea regionale -. Negli ultimi 5 anni il Consiglio regionale ha celebrato con gli studenti di tutte le scuole delle Marche la Giornata della Pace, declinata in accoglienza, solidarietà, legalità, volontariato, sostenibilità. Si esalta la pace, l’impegno civile e sociale dei giovani per la comunità. Non si esalta la guerra».

Reazioni che ci sono state anche da parte del Comitato Regionale Marche del’Anpi che ha annuniato di farsi «parte attiva per informare il Ministro del messaggio inaccettabile inviato» fa sapere l’assciazione nazionale dei partigiani che esprime «sconcerto per l’utilizzo di una retorica bellicista, intrisa di nazionalismo che nulla ha a che fare con l’esigenza di stimolare e sollecitare una conoscenza critica della storia nazionale, indispensabile alle giovani generazioni perché siano messe nelle condizioni di riflettere sui costi morali e materiali che le guerre, tutte le guerre, comportano per i popoli che vi vengono trascinati».

Ci sarà una interrogazione in Parlamento, fa sapere il portavoce nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.

«Non sapevo se mettermi a ridere o arrabbiarmi. Un tono e delle parole che stonano – prosegue il vicepresidente della commissione cultura di Montecitorio – con un’istituzione del sistema formativo del nostro Paese, forse più adatte a un raduno dei reduci degli Arditi o della Mvsn (Milizia volontaria per la sicurezza nazionale), non certo a dei ragazzi del 3º millennio. Si dimostra ancora una volta che per occupare dignitosamente posti dirigenziali dello Stato non basta avere il solo merito di aver frequentato riunioni leghiste o essere vicino a ministri della destra. L’inadeguatezza regna sovrana. È per questo che  presenteremo un’interrogazione in Parlamento – conclude l’esponente di Leu – e chiederemo un intervento deciso della Ministra dell’Istruzione».

Indignazione anche da parte di Rifondazione Comunista delle Marche: «Filisetti se ne deve andare e subito. Osiamo sperare che insegnanti, dirigenti scolastici facciano, senza indugio, mostra del loro dissenso, che gli studenti trovino le forme e i modi per chiedere un Direttore che abbia rispetto dei valori Costituzionali. Da parte nostra valuteremo tutte le azioni possibili, anche in sede giuridica, perché questa azione sia censurata e il Direttore lasci quell’ incarico».

«Non troviamo un passaggio sul ripudio alla guerra sancito dall’art. 11 della nostra Costituzione – aggiunge la Segreteria Flc Cgil Marche -,  non un accenno al differente ruolo svolto oggi dalle nostre forze armate, bensì una evocazione della guerra come fabbricatrice di senso della vita. Fuori da ogni contesto storico e politico, il messaggio del dott. Filisetti sconcerta soprattutto perché proviene da chi ricopre un ruolo di grande responsabilità nel sistema educativo nazionale, che dimentica come la guerra sia un disvalore costituzionalmente sancito. Vogliamo ricordare ed onorare tutti coloro che a causa della guerra, qualsiasi guerra, hanno perso la vita o hanno affrontato ingiuste sofferenze».

(e.d.)

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