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JESI Amazon, per odio e per amore… dei numeri

L’hub della multinazionale di vendite on line, che dovrebbe sorgere nella zona interporto, darà slancio all’asfittica economia del nostro territorio

Non mi è mai piaciuto Amazon: soprattutto perché è una piattaforma con tanti di quei bug che da una multinazionale non t’aspetti proprio.

Quando nacque Ebay, i miei patemi furono fugati e oggi, se posso, evito Amazon come la peste (o il Covid, per esser più up to date).

Compra locale!”, “Dagli ai giganti del web!”, gridano i Savonarola de noantri dai loro profili Fb.

Tralasciando l’ilarità nel leggere uno che sulla piattaforma di un gigante del web tuona contro i giganti del web, la crociata contro gli acquisti online (e in particolare Amazon, resasi colpevole di aver fatto pubblicità per gli acquisti di Natale) imperversa.

E con maggior vigore in quel di Jesi, dove è prevista l’apertura di un hub logistico dell’azienda di Seattle.

Apriti cielo! NO! Tuteliamo i negozietti, compra italiano, compra jesino!

Ora, stante la vexata quaestio su quante tasse dovrebbero pagare le web company per i fatturati generati in un dato Paese, se sei di Jesi e sei contro Amazon sei un cretino!

Con ordine: Amazon non fa concorrenza a negozietti e in linea di massima nemmeno ai centri commerciali (che loro sì, invece, fanno danni al piccolo commercio), ma è un intermediario. Prende cioè commissioni sulla vendita fatta da terzi attraverso il loro portale.

Non fa concorrenza perché non mi risulta che venda pane o latte,salumi all’etto.É assodato invece che attraverso Amazon vendano 75mila piccole-medie aziende italiane (se fra queste c’è un salumificio, non vende certo all’etto, ma un bel prosciuttone intero).

Per i deboli di matematica: quando andate al supermercato e comprate un paio di sneaker a 100 euro vuol dire (contando con l’accetta) che quelle scarpe sono state pagate 50 da un distributore, che le ha pagate 25 alla casa madre, che a sua volta le ha pagate 6,50 più il trasporto al produttore del Sud-Est asiatico che le ha pagate 3,25 al terzista di Dio solo sa quale remoto angolo del pianeta.

Tutto questa catena porta nelle vostre orgogliose mani lo splendido paio di scarpine ginniche. Scarpine ginniche che – stessa marca, stesso modello – trovate su Amazon a 100-X% (diciamo 80 euro, spese comprese). Non so se voi selezionate i prodotti in base al fatto che vi costano di pi però, nel caso, sappiate che siete da ricovero e siete una minoranza irrilevante.

Se proprio l’impulso a spendere i suddetti 100 è irrefrenabile quanto il vostro ardore a sostenere l’economia locale, comprate le sneaker su Amazon a 80 e regalate 20 euro al negozio di scarpe!

Amazon Jesi è un discorso a parte: se siete contrari, non siete a sostegno dell’economia locale.

Lo so, voi e la matematica avete litigato intorno al secondo anno di scuola materna, ma cerchiamo di arrivarci comunque.

A regime, l hub di Amazon che dovrebbe sorgere nell’area dell’interporto darà almeno 1.000 posti di lavoro (probabilmene di più, visto che nei piani dovrebbe diventare l’hub principale in Europa). Prima di questo, le migliaia di maestranze che dovranno realizzare l’opera: a spanne, qualche centinaio di imprese locali che impiegheranno almeno 3.000 addetti.

Ora, voi che plaudete per i 2 milioni del lascito Morosetti (casualmente siete gli stessi contrari ad Amazon Jesi), fatto salvo il vostro litigio ai tempi dell’asilo, riuscite a calcolare quante decine di milioni in più si riversano nell’economia del territorio jesino?

Una città e un hinterland che negli ultimi 15 anni sono passati da una crisi occupazionale all’altra (quella edilizia, quella del distretto fabrianese…) e che oggi si trova in mezzo ad una desolazione preoccupante. Quante opportunità come questa si potranno ripresentare?

Se il lascito Morosetti è sembrato come un vecchio 13 al Totocalcio per le casse comunali, lo sbarco di Amazon sembra un jackpot al Superenalotto, per la città e per il territorio!

A meno che il vostro deficit calcolatorio non vi permetta di concepire la magnitudo di un evento che genera un’economia di 1.000 posti di lavoro e susseguente indotto (solitamente almeno il doppio), non potete dissentire.

Io odio Amazon, ma con la matematica non si discute.

(m.m.m.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

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