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Cronaca

JESI Antica abbazia di San Savino, cattiva conservazione

I resti archeologici che si trovano fra la scuola Garibaldi e il centro ambiente del Boario sono sconosciuti ai più e mal conservati

JESI, 1 settembre 2021 – Resti archeologici dimenticati e mal conservati. I resti abbaziali di San Savino, fra la scuola Garibaldi e l’isola ecologica, sono sconosciuti ai più e affatto valorizzati.

L’area archeologica è delimitata da una recinzione di ferro ormai arrugginito che sta cedendo, ed è segnalata da un cartello la cui insegna è caduta a terra. Fra i resti sono stati abbandonati anche buste piene di rifiuti, bicchieri di plastica e altre amenità.

L’antica abbazia di San Savino risale al XII secolo, e le sue vestigia sorgono sopra quello che oggi è il trafficato viale don Minzoni.

La zona del campo Boario è piena, in effetti, di rinvenimenti archeologici, emersi in particolare con la realizzazione della scuola Federico II, come tombe di una necropoli posta lungo una strada romana fatta di larghi lastroni di pietra e mosaici pavimentali. E soprattutto un’importante officina ceramica, attiva fra il III e la metà del II secolo a.C, nella quale si producevano ceramiche a vernice nera, tipiche appunto dell’età repubblicana.

Quest’ultima rappresenta la più antica presenza antropica attestata nella zona del campo Boario, nonché un’officina importante in tutte le Marche centrali. Lì vicino sorgeva anche un edificio residenziale.

Molti dei rinvenimenti sono confluiti nel Museo archeologico di Palazzo Pianetti.

(e.o.)

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