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JESI “AUCASSIN ET NICOLETTE”, BUONA LA PRIMA AL PERGOLESI

La cantafavola di Mario Castelnuovo Tedesco ha inaugurato la XIX stagione del Festival Pergolesi Spontini

JESI, 1 settembre 2019 –  «Il Festival Pergolesi Spontini, contribuisce alla riscoperta di un capolavoro destinato a tutti, grandi e piccoli, producendo un nuovo fiabesco allestimento».

Con questa solida affermazione, prodromica a un “nuovo corso” che si distenderà per tutto il mese di settembre non solo al Pergolesi di Jesi, ovviamente, si è aperto ieri sera il sipario sulla Prima Mondiale della versione italiana di “Aucassin et Nicolette” di Mario Castelnuovo-Tedesco e con questo lavoro il XIX Festival Pergolesi Spontini, rassegna internazionale a cura della Fondazione Pergolesi Spontini, diretta da Cristian Carrara, che proseguirà fino 29 settembre sul tema “Futuro. Infinito”.

Di cosa si è trattato? Di una «cantafavola francese per una voce, qualche strumento e qualche marionetta» risalente al secolo XII: narra dell’amore tra due adolescenti che, superando ostacoli e traversie, giungono – diversamente dai loro celeberrimi coetanei shakespeariani – a un lieto fine della loro storia».

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Un racconto cantato, narrato e animato da un teatrino di marionette, creature infantili che si muovono in scena sempre attraversando un tulle che separa gli orchestrali (piazzati sul palcoscenico), una mini orchestra che esegue una melodia attorno alla storia narrata dalle cantanti e mimata da due bambine, dolcissime anche loro nell’incedere dell’opera.

La direzione è stata di Flavio Emilio Scogna con il Time Machine Ensemble, regia di Paul-Émile Fourny, le scene di Benito Leonori, light designer Ludovico Gobbi, le voci dei soprani Chiara Ersilia Trapani e Evgenia Chislova e del mezzosoprano Martina Rinaldi.

L’opera è in coproduzione con Opéra-Théâtre de Metz Métropole, dove andrà in scena nel 2021. Il lavoro, è originale ma, purtroppo, non riesce sempre a creare quella liaison necessaria al testo ed alla musica, che dovrebbe esaltarne i vari e diversi momenti emozionali.

La composizione musicale è comunque interessante, risente ovviamente come ogni genere musicale, di influenze di maestri più o meno contemporanei alla stesura, tipo Gershwin ad esempio. Buona la prova dell’orchestra, voci con colori diversi tutte ben impostate e da seguire con perizia.

Ottimo il colpo d’occhio, ed il teatro di “ombre, con veli, trasparenze e videoproiezioni” lo si deve alle sapientissime idee di Benito Leonori che avvolgono la piccola storia musicale.

Buona l’accoglienza del Pergolesi. Ora si va avanti.

Giovanni Filosa
(foto di scena Stefano Binci)
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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