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JESI Azionisti ex Banca Marche, diritto al risarcimento

Pubblicate le sentenze dell’Arbitro Controversie Finanziarie, Ubi Banca ha 30 giorni per eseguirle

JESI, 6 aprile 2020 – Sono state appena pubblicate alcune sentenze dell’Acf (Arbitro Controversie Finanziarie) (presso Consob) sui tanti procedimenti introitati dallo studio legale Catani-Ricci di Jesi per conto di ex azionisti della Banca delle Marche che chiedevano tramite detto arbitro la condanna di Ubi Banca spa, succeduta alla banca marchigiana andata in risoluzione nel 2015, al risarcimento dei danni subiti pari al capitale delle azioni investite nella Banca Marche.

L’avvocato Giancarlo Catani

Tali azioni fanno parte di un percorso che lo studio jesino di cui fa parte l’avvocato Giancarlo Catani, consulente Cittadinanza attivasta seguendo per conto degli ex azionisti-risparmiatori dell’Istituto in default e che comprende una serie di azioni giudiziarie e amministrative tra cui appunto i ricorsi avanti l’Act di Roma e le istanze al Fir (Fondo Indennizzo Risparmiatori).

In questi giorni stanno uscendo le prime sentenze nelle vertenze patrocinate dallo studio e che riconoscono il diritto degli azionisti Banca Marche al risarcimento del danno per la inadempienza della banca che, al tempo, non aveva fornito alla clientela le adeguate e corrette informazioni relative alla negoziazione delle azioni acquistate nel tempo.

Nelle sentenze viene acclarato, a fronte della contestazione ed eccezione della banca subentrata, Ubi Banca, il diritto di chiedere il risarcimento all’istituto che è succeduto, incorporandola, sulla base del principio che prevede che devono intendersi “ceduti tutti i rapporti attivi e passivi della vecchia banca con la sola eccezione dei diritti esclusi” .

E tra i rapporti esclusi non compaiono “i crediti risarcitori del vecchio precedente Istituto” causa della violazione delle regole di condotta da parte della stessa banca nella prestazione dei servizi di investimento ai clienti.

Pertanto si deve ritenere che l’istituto subentrante sia succeduto anche negli eventuali debiti nei confronti degli allora clienti Banca Marche, poi divenuti azionisti della vecchia banca per danni causati dalla violazione delle regole di condotta previsti dalla normativa bancaria.

Questi soggetti non fanno valere diritti che hanno acquistato in qualità di azionisti (della ex Banca Marche) ma diritti di cui sono titolari in qualità di clienti di quella stessa banca e quindi nel caso di cessione bancaria il cessionario (Ubi Banca) succede anche nelle passività non indicate nei libri contabili al momento della cessione.

Emerge in questo contesto dalle sentenze che, al momento dell’aumento del capitale sociale nel 2012, la banca ha fornito una fuorviante e falsa rappresentazione del quadro informativo di riferimento, pregiudicando la valutazione dei clienti-risparmiatori al momento dell’investimento e di qui l’accoglimento dei ricorsi e la condanna della Ubi a risarcire il danno.

Ora Ubi Banca ha trenta giorni di tempo per eseguire le sentenze.

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