Jesi Botte da orbi alla partita: arrivano i Carabinieri, in due al pronto soccorso

Jesi – Una giornata da dimenticare quella di ieri al campo sportivo di San Sebastiano, una giornata che da semplice occasione di sport si è trasformata in un momento di violenza durante il quale, stando alle risultanze di quei minuti, sarebbe successo tutto quello che, invece, non dovrebbe mai accadere.

Tanto che è stato necessario l’intervento dei Carabinieri per sedare gli animi, sospendere l’incontro di calcio e, poi, anche procedere verso il pronto soccorso dell’ospedale “Carlo Urbani” per un giocatore di casa rimasto suo malgrado coinvolto nei tafferugli – ma anche nello staff falconarese per una persona si è successivamente dovuti ricorrere alle cure mediche relativamente a un malore – innescatisi tra giocatori alla fine del primo tempo della partita di campionato di Seconda Categoria tra l’Aurora Calcio e l’Olimpia Juventu Falconara.

Tutto è iniziato quando la prima frazione di gara era finita anche se gli animi dei contendenti in campo si erano già surriscaldati, a quanto pare, durante i 45 minuti.

La ricostruzione

Da quanto emerso da quei momenti concitati, nel corso del primo tempo un giocatore dell’Aurora subiva un colpo da un avversario, a gioco fermo, gesto non visto dall’arbitro ma che, come ha sottolineato un dirigente del sodalizio aurorino «nella circostanza non ha colpe è da solo, può succedere».

Dalla panchina di casa si era in dubbio se procedere o meno alla sostituzione, evidentemente non si era trattato di un semplice buffetto. Ma, ripresosi dopo qualche minuto, il giocatore rimaneva in campo e la partita poteva proseguire.

L’Aurora, andata in vantaggio per 2-0 subiva allo scadere della prima frazione il gol degli ospiti, che sarebbero andati al riposo sul 2-1, ma nel voler riprendere subito la palla, in mano al portiere, un giocatore falconarese spintonava l’estremo difensore indirizzandogli parole non proprio gentili proprio quando il direttore di gara fischiava la fine della prima frazione.

Non finiva lì, però, perchè rientrando verso gli spogliatoi il diverbio tra portiere e giocatore continuava, volava uno sputo e gli animi già caldi si surriscaldavano dando così fuoco alla miccia. Ne scaturiva una gazzarra con calci, spintoni, qualche pugno, una specie di free for all con il portiere frattanto finito per le terre. Ce n’era per tutti, tanto che l’arbitro poi deciderà di sospendere la partita.

Nella tesa pausa seguita, tra gli schieramenti finalmente divisi, mentre i due capitani chiedevano spiegazioni al direttore di gara, un giocatore ospite trovava il tempo di entrare nello spogliatoio dell’Aurora e qui colpiva un giocatore di colore estraneo ai fatti, «un ragazzo che non c’entrava nulla, un ragazzo bravissimo, non so proprio perchè lo abbia colpito, gli ha dato un destro sulla bocca lacerandogli tutto il labbro, lamentava dolore alla testa, è ancora al pronto soccorso (al momento in cui scriviamo). Morale della favola, abbiamo chiamato i Carabinieri che sono subito intervenuti», racconta ancora il dirigente.

«Mi è successo un caso analogo quando ero dirigente in un’altra squadra, queste cose non devono passare, l’offesa la posso anche tollerare ma le mani devono stare a posto e chi sbaglia deve pagare. Mi ritengo un uomo di sport, ho educato i mie figli così, e vorrei che vengano su con certi principi, per questo motivo sto pensando anche di lasciare. Se fosse stato un mio giocatore avrei ragionato in questo stesso modo. Quanto accaduto va denunciato e ribadisco che le mani devono stare al proprio posto, certe cose sono inammissibili».

Si attendono ora le decisioni del Giudice sportivo ma non è escluso che venga chiamata in causa anche la giustizia ordinaria.