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JESI CASO ARRESTI FLIXBUS: INTERROGAZIONE DELLA DEPUTATA JESINA MARTINA PARISSE

Per l’onorevole dei 5 Stelle: «In Francia sono stati violati i diritti fondamentali della persona e arrecati pregiudizio economico e discredito commerciale all’azienda di autolinee»

JESI, 14 marzo 2019 – Nella notte tra sabato 9 e domenica 10 marzo scorsi due autisti in servizio su un autobus delle Autolinee Crognaletti, partner di Flixbus, che stavano eseguendo il trasporto passeggeri sull’abituale tratta internazionale Firenze – Barcellona, sono rimasti coinvolti in un episodio anomalo (leggi l’articolo) dai contorni ancora da chiarire nelle precise modalità di svolgimento.

«Un normalissimo viaggio di linea in bus si è trasformato in un incubo per i viaggiatori e soprattutto per due onesti lavoratori di una rinomata azienda di autotrasporti», commenta la deputata jesina del Movimento 5 Stelle Martina Parisse, che sta presentando un’interrogazione sull’argomento.

«Trattenere per oltre due ore al posto di blocco un bus dopo i giusti controlli di rito al casello del confine italo-francese, impedire il ritorno alla normalità di viaggio dei passeggeri, interferendo nello svolgimento della tratta contemplata dal foglio di viaggio Flixbus, non è accettabile.  E non è accettabile il trattamento surreale e da incubo kafkiano riservato ai due autisti condotti prima negli uffici aeroportuali dalla polizia di frontiera, poi fermati per – sembra, ma stiamo approfondendo – presunto “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” giustificato dalla presenza a bordo di passeggeri non in regola con i visti. I due conducenti sono stati trattati come criminali, perquisiti, reclusi, isolati di fatto, senza poter comunicare con nessuno», sottolinea la deputata.

Daniele Crognaletti, amministratore delegato delle omonime autolinee

«Dalle ore 2 sino alle 16 di domenica 10 marzo, i due autisti sono stati trattenuti in stato di fermo. E’ nostro dovere come parlamentari, quindi, svolgere tutto quanto sarà in nostro potere per denunciare tale violazione di diritti fondamentali della persona anche di natura sovranazionale, a tacer del pregiudizio economico e di discredito commerciale arrecato all’azienda di autolinee», conclude Martina Parisse.

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