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Cronaca

JESI LA RELAZIONE FINALE DELLA COMMISSIONE SU BANCA MARCHE: “UN SISTEMA PERNICIOSO CHE SI AUTOCONTAMINAVA”

bm2JESI, 18 luglio 2016 – La Commissione consiliare di studio su Banca Marche e le sue vicissitudini, che hanno portato alla famosa risoluzione e al crack, commissione costituita il 12 dicembre 2015, ha presentato il proprio lavoro, una relazione di 124 pagine – approvata il 28 giugno e firmata il 4 luglio – che verrà illustrata giovedì prossimo, 21 luglio, in sede di Consiglio comunale.

Presenti il sindaco, Massimo Bacci, che l’aveva fortemente voluta, il presidente della commissione, Daniele Massaccessi, il vice, Massino Gianangeli, e alcuni componenti della stessa, Pino Gullace, Graziano Tesei e Maria Chiara Garofoli.

“E’ stato un impegno svolto in modo unitario – ha esordito Massaccessi presentando la relazione – e, alla fine, tutti ci siamo ritrovati nelle conclusioni”.

Conclusioni condivise, dunque, che hanno individuato “una responsabilità diffusa, che non vuol dire, però, diluita, cercando così di alleggerire o sminuire, anche frazionandola o suddividendola fra più persone. Quanto contenuto nella relazione ha evidenziato, oltre al fatto che si è di fronte anche ad una responsabilità di sistema, dimostratosi fragile e fallace, che ci sono state colpe, ben prescise, nella gestione e nella conduzione della banca, per alcuni anni. Una chiamata in causa diretta, quindi, che nelle sedi competenti dovrà essere accertata in tutte le sue circostanze”.

La relazione, ed è uno dei passaggi più interessanti, ha anche “cercato di individuare o indicare le occasioni e le situazioni di silenzi, di mancati approfondimenti, di ritenute o apparenti omissioni che ci sono state da parte di organi come le vigilanze interna ed esterna, Bankitalia, Consob. Molti sono stati i “detto/non detto“, molte le cose scritte o solamente riferite “tra le righe“, con linguaggio molto cauto, felpato, e certamente non nei tempi e nei modi dovuti“.

Resta il quadro di una storia che, andata incancrenendosi negli anni, è esplosa lo scorso novembre con tutte le conseguenze che conosciamo per azionisti privati e obbligazionisti subordinati. La sensazione, comunque, è sempre quella: definire le situazioni non è semplice perché chi sapeva non ha detto, chi doveva controllare non ha controllato, chi doveva agire non ha agito.

bm4“Un sistema pernicioso – ha commentato Gianangeli – che si autoalimentava e si autocontaminava. La banca del territorio non ha funzionato in questo caso, e il danno all’economia locale è stato enorme, per una malagestione alla quale ha partecipato anche la politica tramite le Fondazioni“. Le quali, visti gli errori fatti, dovrebbero trarne le conclusioni e, nelle teste pensanti, alzare i tacchi  – è stato detto – e andarsene.

La Commissione di studio si è resa necessaria “per spiegare i meccanismi che hanno portato a tutto questo, con atti e documenti. Il nostro compito è stato quello di fare il più possibile chiarezza. La varie sedute – la prima il 23 dicembre scorso, l’ultima il 28 giugno – sono andate tutte in diretta streaming. Abbiamo cercato di entrare nel merito delle responsabilità e ne è emerso che si era creato un sistema che andava bene a tutti. Basti pensare che le Fondazioni, maggiori azioniste, non hanno mai controllato: come minimo sono state negligenti”.

Intenzione della Commissione, perciò, è stata quella di far parlare non solo alcuni protagonisti ma soprattutto i documenti e gli atti acquisiti e, comunque, disponibili “pur se contrastanti tra loro“.

E al proposito basta riportarsi alla famosa lettera di Bankitalia alla Consob del 28 gennaio 2011 – in vista dell’aumento di capitale del nostro istituto di credito –  dove, in sostanza, si diceva che non si riscontravano particolari criticità in Banca Marche, per poi saltare a pochi giorni dopo, il 9 gennaio 2012, nella quale sempre Bankitalia riferiva praticamente a Banca Marche che la criticità della situazione ingeneratasi non permetteva più di andare avanti. Contraddizione su contraddizione nell’arco di appena due settimane.

E di questa ultima lettera se ne erano perse anche le tracce, nessuno l’aveva vista o letta, o ne sapeva qualcosa…bm3

Non solo, un mese, dopo, il 7 febbraio 2012, con lettera del presidente del CdA di Banca Marche agli azionisti, si affermava, invece, che tutto andava bene, anzi, di più.

Il documento della Commisione di studio comunale sarà inviato, molto probabilmente, anche alla Procura di Ancona che sta indagando, mentre il Comune, come  è noto, sta seguendo la strada della costituzione di parte civile, affidata all’avv. Alessandro Sorana.

Nella parte finale, inoltre, c’è un invito alla Magistratura, “a fare attenzione alla possibile prescrizione per i reati ravvisabili nai fatti a vario titolo da addebitare che, se non impedita, costituirebbe una drammatica beffa per tutti i danneggiati.”

Un ottimo lavoro – ha concluso, alla fine, il sindaco Bacci – quello della Commissione, che va reso di pubblico dominio, spiegato e letto nelle assemblee dei cittadini. Come Comune sin dal primo momento rispetto a Banca Marche e Fondazione Carisj ci siamo sempre comportati nell’ottica di far emergere la verità. Non ci sono Amministrazioni che hanno fatto altrettanto. Ricordando che già nel 2006, dopo un’ispezione della Banca d’Italia erano emerse situazioni preoccupanti. E nessuno ha fatto niente“.

(p.n.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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