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JESI Coronavirus, la nuova ordinanza non segnalata

Il nuovo provvedimento regionale non compariva al posto del vecchio in alcuni luoghi di aggregazione cittadini

JESI, 28 febbraio 2020 – È innegabile, la decisione del Presidente della Giunta Regionale Marche ha creato imbarazzo sia nella stanze romane del Governo che tra la popolazione e i vertici amministrativi marchigiani.

Come si ricorderà, nei giorni scorsi il Presidente ha emanato  un’ordinanza che prevedeva la chiusura di tutti i luoghi di aggregazione fino a giovedì 4 marzo compreso. La decisione fu aspramente contestata a tutti i livelli a cominciare da quello governativo per espandersi a quello regionale e territoriale.

Inutili le minacce rivolte a colui che nelle Marche aveva preso quella decisione, il Presidente è rimasto fermo sulla sua posizione a causa di quel presunto caso infettivo verificatosi proprio nel Pesarese, terra di origine del capo della Giunta Regionale. Al quale ne sono seguiti altri cinque.

Alla fine, però, è arrivata una piccola retromarcia che ha portato il Presidente delle Marche ad adottare un nuovo provvedimento che anticipa la fine dell’emergenza all’ultimo giorno di questo mese.

Tutto a posto? Vi domanderete. Neanche per sogno. Almeno per la città di Jesi dove l’Ente pubblico ha provveduto ad avvertire i cittadini del cambiamento. Ma lo ha fatto solo a metà.

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Ci spieghiamo. Chi transitava stamattina in via Pergolesi poteva leggere, affisso sul portone della Biblioteca comunale, che in seguito all’ordinanza del Presidente della Giunta Regionale n. 2 del 27.02.2020 i locali della stessa resteranno chiusi fino al 29 febbraio compreso. In parole povere la biblioteca si è allineata ai dettami dell’ordinanza.

Altrettanto non si poteva dire per il Museo Federico II, né per la Pinacoteca (ma forse ce ne saranno altri di siti museali) dove si poteva leggete un avviso che così recita: “Tutti i musei civici di Jesi resteranno chiusi da mercoledì 26 febbraio a mercoledì 4 marzo compreso”.

I pochi turisti o i cittadini a chi debbono dar retta?

(s.b.)

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