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JESI Cous cous della solidarietà per medici e infermieri del “Carlo Urbani”

Più di sessanta porzioni già pronte offerte da due famiglie di immigrati, quelle di Wahbi Youssef e di Bally Redouane del “Gruppo della Benevolenza” che ha in cantiere altre iniziative

JESI, 22 aprile 2020 – L’iniziativa di solidarietà – e non sarà l’unica – è partita da due famiglie, quella di Wahbi Youssef – ex presidente del Centro di cultura islamica Al Huda di Jesi – e quella di Bally Redouane, entrambi appartenenti al neo nato Gruppo della Benevolenza, famiglie che hanno offerto stasera una cena a base di cous cous, l’alimento tipico del Maghreb, a medici e infermieri dell’ospedaleCarlo Urbani“.

«Una dimostrazione di vicinanza per chi combatte contro questo terribile Covid-19 – spiega Wahbi Youssef – convinti che, in questo momento drammatico è più che fondamentale agire con senso civico e spirito di cittadinanza attiva, pilastri fondamentali per la coesione e la pace sociali, grati per l’accoglienza e il rispetto verso noi immigrati».

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Youssef e Merouane sono arrivati con una sessantina di porzioni, già pronte per essere distribuite e consumate, accolti di fronte all’entrata principale dell’ospedale dall’assessore alla sanità, Marialuisa Quaglieri e dalla dirigente medico dottoressa Sonia Bacelli.

«Oggi ci troviamo uniti con gli sguardi – sottolinea ancora Wahbi – con i cuori e con i fatti in un unico corpo che ama questo bel Paese e che farà e darà di tutto perché si possa superare questo difficile momento. Tutti noi ci facciamo forza con la speranza, andrà tutto bene. Sano ottimismo in quanto in fondo al tunnel la luce è vicina e la luce della speranza illumina i nostri animi, Inshaa Allah. Disse il Profeta: «Il migliore tra voi è colui che è utile all’uomo».

Per l’assessore Marialuisa Quaglieri si tratta di «una ulteriore dimostrazione di volontariato e di supporto a questi angeli in prima linea da quando è iniziata l’emergenza Covid. Custodiscono, supportano e curano i nostri cari. Un segno di integrazione al contrario, un segno veramente bello, di apertura e di conoscenza che deve essere reciproca, e stasera ne abbiamo avuto dimostrazione».

«Questo è il luogo dove mi trovo a passare più spesso, sempre per dimostrazioni di solidarietà. Con l’installazione del Muro della Gentilezza – lo scorso gennaio – avevo lanciato una sfida per una Jesi solidale e penso proprio che la città abbia dimostrato ampiamente di esserlo».

Pino Nardella

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

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