Segui QdM Notizie

Cronaca

JESI Cultura alla Legalità, il Maggiore Simone Vergari: «L’Arma al fianco dei cittadini»

Il Comandante della Compagnia Carabinieri: «Noi siano qui per aiutare, tutti possono venire in caserma, tutti possono richiedere il nostro intervento»

JESI, 31 marzo 2022 – Il progetto dell’Arma dei Carabinieri Cultura alla Legalità è improntato a indirizzare i giovani verso il concetto di legalità: al webinar di oggi il Maggiore Simone Vergari, comandante della Compagnia Carabinieri di Jesi, ha parlato di prevenzione a truffe e furti, come difendersi dai malfattori.

Il Comandante Simone Vergari

«L’incontro di questa mattina è solo un modo per far capire al cittadino che siamo qui e vogliamo aiutare, ma questo non basta: tutti possono venire in caserma a chiedere informazioni, non si pensi che rappresenti una perdita di tempo per noi», ha spiegato il Comandante.

«L’indice di criminalità predatoria in Vallesina è medio, in confronto al quadro nazionale: non è preoccupante, ma noi vorremmo azzerarlo. «L’arma dei Carabinieri vuole proteggervi».

«Vorremmo creare una sensazione di sicurezza ulteriore: per rendere possibile questo la prevenzione è importante».

Iniziative come questa vengono svolte anche al termine delle celebrazioni eucaristiche in chiesa.

I furti

L’indice di criminalità è un valore dato non tanto dalla quantità di quanto sottratto ma dalla qualità. Il problema, però, per il cittadino, non è la qualità del furto, bensì subire un’intrusione in quello che rappresenta il proprio mondo, da parte di estranei.

La prima cosa da fare, una volta che il furto è avvenuto è denunciare: è necessario rivolgersi tempestivamente all’Arma dei Carabinieri, per consentire di avviare le indagini il prima possibile e quindi riuscire a reperire il maggior numero di indizi. Il tempo è un valore importantissimo, che può fare la differenza.

Dal punto di vista preventivo, invece, se si parla di furto puro, quindi non associato al reato di truffa, bisogna ammettere che la geografia non aiuta: le case in campagna sono isolate e agevolano i malfattori che sperano che il sistema di allarme non venga udito.

Inoltre, ci si avvicina al periodo dell’anno in cui si è meno presenti in casa: l’estate.

«La maggior parte delle vittime vengono selezionate anche in base al fattore della distrazione, alcuni dimenticano le finestre o le porte aperte, magari con la chiave inserita fuori e le saracinesche alzate. – ha spiegato il comandante Vergari -. Chi è interessato a proteggersi ulteriormente è bene che sappia che esistono allarmi in grado di collegarsi al 112».

«Basta recarsi in qualsiasi Comando, Carabinieri o Polizia di Stato, chiedendo di collegare la propria azienda o abitazione al 112. Tale collegamento non è un sistema impossibile, un appalto tra Arma dei carabinieri e il cittadino: è piuttosto una peculiarità del sistema di allarme che ha una voce registrata che annuncia l’emergenza al 112».

«La registrazione parte verso il numero, ma non basta: c’è poi bisogno dell’interlocuzione diretta per verificare se è un falso allarme, grazie ai contatti precedentemente lasciati dal cittadino. In caso di mancata interlocuzione, comunque, la pattuglia si reca in loco lo stesso».

Oltre al fattore di distrazione, entra i campo anche la furbizia del malfattore: i modus operandi. Si cerca di adescare in tanti modi chi si ritenga vulnerabile (per fascia d’età, attitudine alla preparazione e prontezza): millantano e si presentano a nome delle forze dell’ordine, reclamando di dover fare un controllo e paventando situazioni assurde. Solitamente agiscono in due: uno distrae e l’altro compie il furto.

«L’Arma dei Carabinieri non chiede nè soldi nè oggetti: non aprite e componete subito il 112, siete legittimati a farlo. Il centralino verificherà se effettivamente la pattuglia è fuori o se si tratta di un tentativo di furto».

«Essenziale che la chiamata arrivi in centrale prima di far entrare qualunque sconosciuto in casa».

«Altro indizio è l’autovettura, nessuno ne possiede una dei Carabinieri, se si presentano con un’auto privata sono verosimilmente dei truffatori».

Truffe

Facilmente si casca nella rete dei malfattori online: il venditore crea una situazione che convince il compratore che si sta trovando di fronte a una brava persona. Un segnale ammonitore di questo genere di truffe è il prezzo smodatamente basso rispetto al valore di mercato.

«Un altro esempio di truffa online sono i messaggi che promettono premi: diffidate o effettuate verifiche accurate su coloro che cercano di farvi credere che state per fare l’affare del seecolo. Esitate prima di inviare qualsiasi dato personale».

Capita però che a essere truffati siano anche i venditori: come nel caso di coloro che non ricevono i soldi nonostante l’invio del prodotto.

Nicoletta Paciarotti

News