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Cronaca

JESI DIPENDENTI DIVERSAMENTE ABILI, AL POLIAMBULATORIO LE PORTE D’ACCESSO A SPINTA SONO UN OSTACOLO: SCOPPIA IL CASO POLITICO

JESI, 4 marzo 2017 – La questione è delicata e importante nello stesso tempo. Succede che nel poliambulatorio Asur 5 di via Guerri ai dipendenti disabili, in carrozzina, viene in sostanza impedito di accedere in modo adeguato e senza ostacoli, ai locali dove dovranno svolgere le proprie mansioni.

Il primo accesso

Le porte di entrata, infatti, si aprono soltanto a spinta e, facile immaginare, per chi sta su una carrozzina è un esercizio difficile da praticare. Se non impossibile. E, se ci si sottopone all’esercizio tutti i giorni lavorativi, allora diventa proprio una croce. A meno che un familiare o qualcuno di buon cuore non ti dia una mano.

“E’ un problema di accesso all’edificio – spiega Massimiliano Lucaboni, candidato sindaco di Libera Azione, che ha sollevato il caso – in quanto le porte non si aprono con la fotocellula come avviene, ad esempio, all’ospedale”.

…e il secondo

Di qui la richiesta, da parte dei dipendenti in carrozzina, di adattare le aperture – che sono due – perché anche a loro sia consentito un accesso conforme alla loro condizione, scevro da barriere architettoniche. Come dovrebbe essere e come un ufficio pubblico dovrebbe già avere senza solleciti di alcuno.

“I dipendenti interessati, mi risulta che siano 3,  la richiesta l’hanno fatta: sostituire quelle porte con altre che si aprano da sole tramite, appunto, la fotocellula. Ma… ma la risposta molto sopra alle righe è stata picche“.

“Ora  vorrei chiedere a chi si occupa della sicurezza e prevenzione in ambito lavorativo dei dipendenti Asur: esiste un problema specifico che va risolto subito, o no? Ho notato che sono state sbloccate le prime due porte all’ingresso facendole rimanere sempre aperte, una soluzione tampone, perché per il disabile cambia poco o nulla. Insomma, la fotocellula sembrerebbe l’unica soluzione praticabile, forse dispendiosa, ma di sicuro umanamente accettabile. Ma di umanità ce ne vorrebbe un pochino più del solito“.

(p.n.)

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