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Cronaca

JESI DON GERARDO DIGLIO NUOVO PARROCO DI SAN MASSIMILIANO KOLBE (video e foto)

La messa presieduta dal vescovo Gerardo Rocconi, don Gianfranco Rossetti ha lasciato l’incarico ma non se ne va, ora è vice: la festa della comunità parrocchiale

JESI, 7 luglio 2019 – «Vi prometto che a Lui parlerò sempre di voi, e che a voi parlerò sempre di Lui». Con queste parole, rivolte al crocifisso e ai fedeli, e che già tracciano un percorso preciso, don Gerardo Diglio, 46 anni, ha concluso la messa per il suo insediamento come nuovo parroco delle parrocchie di San Massimiliano Kolbe e Santa Maria Assunta di Tabano, da ieri 6 luglio.

Tanta gente e tanti giovani, impegnati nella comunità parrocchiale – in questi giorni è attivo il centro estivo del Grest – alla funzione religiosa presieduta dal vescovo Gerardo Rocconi, tanto caldo, tanta partecipazione, tanta commozione, alla fine, per un parroco che lasciava, dopo 20 anni, don Gianfranco Rossetti, classe 1942, e il suo vice che gli subentrava, don Gerardo appunto. La novità è che don Gianfranco non se ne va, ma rimane nella funzione a sua volta di vice. Ruoli che si sono invertiti. Ma non a caso. Un  esserci comunque, in modo diverso.

«Ho bisogno di te – ha detto don Gerardo nel suo saluto finale rivolgendosi al suo predecessore, ringraziato per il servizio svolto – della tua esperienza e l’essere rimasti comunque insieme è un grande segno di comunione, perché ci accomuna l’amore per il Signore e anche se abbiamo metodologie diverse, Cristo rimane al centro».

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E il vescovo Gerardo ha sottolineato, durante l’omelia, come «questo avvicendamento è segno di testimonianza: la comunione nella fede resta anche se le cose cambiano».

«Il ruolo del parroco – ha affermato il pastore della diocesi jesina – è quello di annunciare Gesù, di renderlo visibile perché lo rappresenta. Tutto il popolo di Dio ha il dovere di annunciare il Vangelo ma tu – rivolgendosi al neo parroco – stai davanti per tirare, in mezzo per accompagnare, indietro per sostenere e sospingere i più fragili».

«Educa la nostra gente alla preghiera, a trovare forza nei sacramenti, a vivere come le prime comunità cristiane, assidue in questo. E abbi sempre la preoccupazione di essere in una comunità dove ci si ami e si viva nella pace. Ti faccio gli auguri e chiedo ogni benedizione per te, affidandoti a Maria Santissima che è modello e madre».

Anche don Gianfranco è intervenuto dicendo che «mi sono sempre ispirato all’apostolo Pietro nell’essere servo della fede e poi arriva il momento delle consegne, un momento necessario e opportuno, come ha anche detto Papa Francesco, perché i parroci passano ma la comunità cristiana rimane».

Don Gerardo Diglio ha partecipato alla prima parte della messa accanto ai fedeli poi, dopo la preghiera di benedizione, è salito all’altare a concelebrare accolto da un grande applauso.

Il momento conviviale, nell’area verde, ha concluso una giornata di festa per tutta la comunità parrocchiale, che ha fatto dono al nuovo parroco Donge – come lo chiamano i suoi ragazzi e ragazze – di una statua di don Bosco al cui metodo educativo per i giovani don Gerardo si ispira.

Pino Nardella

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

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